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Ciro Grillo, notizia con il silenziatore: il pm del caso salta e nessuno fiata

 Ciro Grillo

Stefano Re
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Il processo a Ciro Grillo rischia di slittare alle calende greche. Tutto normale? Pare di sì. Cioè: è sul punto di arenarsi il processo al figlio del fondatore del movimento Cinque Stelle e ai suoi amici per presunta violenza sessuale di gruppo, perché il pm titolare dell'inchiesta, Laura Bassani, è stato trasferito da Tempio Pausania al tribunale dei minori di Sassari. Questo malgrado il procuratore capo, Gregorio Capasso, avesse chiesto al Csm di rimandare lo spostamento della sottoposta, spiegando che nei suoi uffici ci sono «gravi scoperture di organico» e dunque manca il personale cui affidare le indagini, inclusa quella che riguarda il figlio del comico genovese.

 

 

E tutto ciò avviene, nel rispetto formale delle regole, mentre Beppe Grillo imprime la più poderosa sterzata filogovernativa che possa dare al M5S. Il quale ingoia così una riforma della giustizia che, per quanto incompleta, ha cancellato la riforma della prescrizione voluta all'epoca da Alfonso Bonafede. Riforma che i Cinque Stelle consideravano una bandiera. Ma, appunto, pare tutto normale. La "grande" stampa non se ne interessa e, a parte Libero, non c'è nessuno che si ponga domande o reputi la cosa di particolare interesse per i lettori. Nulla di nulla, addirittura, sulla Repubblica diretta da Maurizio Molinari. Il Corriere della Sera, sempre vicino a Giuseppe Conte e al suo movimento, dedica alla vicenda un "boxino" di otto righe nascosto a pagina 19. Il Fatto di Marco Travaglio, testata di riferimento del contismo, ci spende qualche riga in più a pagina 13, senza dedicare alla vicenda un briciolo dell'enfasi che avrebbe usato se a finire bloccato fosse stato uno dei processi che riguardano Silvio Berlusconi o Matteo Salvini.

 

 

Più o meno come fa La Stampa. Un po' più ampia la copertura data dal Giornale e dal Quotidiano nazionale. Non c'è testata, però, che ritenga la notizia meritevole della prima pagina, o che chieda per quale motivo, in un momento politicamente tanto delicato, il Csm non abbia aspettato a rendere operativo il trasferimento, lasciando che il pubblico ministero alle prese con uno dei processi più importanti d'Italia concludesse il proprio lavoro. Anche per rispetto alle presunte vittime: motivo per cui i procedimenti in cui si ipotizza il reato di violenza sessuale rientrano tra quelli col "codice rosso", che dovrebbero marciare ad una velocità più alta degli altri, mentre nel caso di Ciro Grillo sta accadendo l'esatto contrario. Non male, insomma, per un giornalismo che ogni giorno rifila sermoni sull'importanza della questione di genere. Toccherà al procuratore capo Capasso, il 5 novembre, sostenere le ragioni della procura nell'udienza preliminare del processo, dopo essersi diviso con i due pm rimasti il carico di lavoro lasciato scoperto dalla Bassani.

 

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