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Vittorio Feltri, la stoccata: "No a Mussolini, sì a Stalin? In Italia si fa di ogni erba un fascismo"

Vittorio Feltri
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Che sollievo: si è smesso di parlare della legge Zan, momentaneamente archiviata. Così respiriamo un po' nonostante il caldo torrido che per fortuna non soffro grazie anche all'aria condizionata. Non se ne poteva più di omosessuali e trans alla riscossa, i quali non ci hanno mai infastidito, al massimo si sono rivelati divertenti in occasione del gay pride per via del loro abbigliamento carnevalesco. Il tema tornerà a bomba in autunno, ma spero non esploderà evitandoci una coda di polemiche idiote, buone solo ad annoiarci. In compenso, sparito Zan, ha fatto di nuovo capolino sui giornali e sui teleschermi lo ius soli che sta a cuore a Letta e al suo decrepito Pd, sempre pronto a cavalcare ronzini zoppi.

 

 

Il segretario democratico è fissato: vuole dare a tutti i migranti la cittadinanza. E dagliela, chi se ne frega, così anche loro riceveranno il reddito e conquisteranno il diritto di non lavorare, di cui per altro godono già. Essi in attesa di una occupazione si esercitano spesso con il coltello allo scopo di tagliare la gola ai passanti che li disturbano. Ma la notizia di maggiore attualità e che ha suscitato scalpore negli ultimi giorni è la proposta del leghista simpatico e pure bravo, Durigon, cui è venuta in mente una idea stravagante: cambiare nome al parco pubblico Falcone-Borsellino di Latina, dedicandolo ad Arnaldo Mussolini, fratello minore del Duce, che in vita si segnalò per aver dato impulso alla agricoltura nazionale. Il sottosegretario all'Economia subito dopo aver manifestato l'intenzione di apportare una modifica alla toponomastica della cittadina laziale è stato massacrato dagli avversari politici, che ovviamente lo hanno accusato di essere uno schifoso nostalgico dell'infausto ventennio.

 

 

La sinistra immediatamente ha chiesto che egli si dimetta dal governo per indegnità. Il poveraccio è stato investito di insulti. Anche in questo caso, come spesso accade nel nostro Paese, di ogni erba è stato fatto un fascismo, quasi che le camicie nere costituiscano ancora un pericolo per la democrazia, quando perfino i cretini sanno che i famigerati manipoli sono scomparsi da oltre 70 anni. Ma la cosa più comica non è il ritorno in auge del congiunto di Benito, quanto il fatto che a Bologna vi sia tuttora via Stalingrado e che nessuno protesti. Va bene che Stalin ha il merito, come diceva Montanelli, di aver sterminato un numero spropositato di comunisti, però non esageriamo nel rendergli onore. In fondo è stato a lungo il più spietato dittatore sovietico, il che non giustifica la sua celebrazione quale eroe degno di imperitura memoria. Però questa è la sinistra di Letta, che sta trasformando il Pd in un partito suo personale cui sarà dato il nome di Letta-Maio. Solo in un Lettamaio si può condannare Mussolini ed esaltare Stalin. 

 

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