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Ius soli, Vittorio Feltri demolisce Enrico Letta e Luciana Lamorgese: "Incapaci di offrire una vita decente agli africani"

Vittorio Feltri
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Tanto per cambiare lo ius soli è al centro del dibattito politico. Dare o non dare la cittadinanza italiana agli immigrati e ai loro figli nati qui? Divampa la polemica tra chi è favorevole alla legge e chi invece è contrario. Personalmente sono convinto che si tratti di un problema autentico, da risolvere, ma che prima si debba risolverne un altro, più urgente. Bisogna integrare gli stranieri che attualmente fingiamo di ospitare, in realtà apriamo i porti e poi quelli che vengono qui li abbandoniamo al loro destino di sbandati. Essi vagano nelle città in cerca di una sistemazione che non trovano perché nessuno, tanto meno lo Stato, gliela fornisce. Il nostro è un Paese tanto bello quanto disorganizzato.

 

Offre il reddito di cittadinanza a chi non ha voglia di lavorare, però piange sulla piaga della disoccupazione ignorando che le imprese cercano invano personale che sappia fare un mestiere. Mancano 17 mila camionisti, 200 mila edili, molti idraulici, moltissimi elettricisti. Non esiste un rapporto organico tra le attività professionali e il mondo scolastico. Ciascuno va per la sua strada, si smarrisce e si accontenta della mancia governativa, rinunciando volentieri a un posto fisso. Meglio quattro euro in nero tanto per arrotondare.

 

In una nazione così decerebrata ovvio che i migranti non siano in grado di provvedere onestamente a se stessi. Per campare, la maggioranza di essi è costretta ad arrangiarsi magari buttandosi nella microcriminalità. Che altro potrebbe fare se non dedicarsi alla manovalanza che, per altro, rifiuta? Nonostante questa evidenza macroscopica i politici che ci rappresentano discutono di ius soli, come fosse una soluzione per conferire a ciascun extracomunitario un solido radicamento in Italia. La cittadinanza è la cravatta, ma se manca il vestito essa non serve a niente.

E il vestito è la casa, lo stipendio, un futuro non incerto. Se non siamo all'altezza di assicurare una vita decente a chi arriva dall'Africa è inutile, anzi dannoso, riceverlo e battersi affinché ottenga il diritto al voto e nulla più: è un esercizio egoistico. Noi non siamo ostili all'immigrazione, però siamo contrari al trattamento indecoroso che riserviamo a coloro che vengono qui pieni di speranza regolarmente frustrata. Non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dagli americani che nei secoli scorsi si recarono nel Continente Nero, schiavizzarono migliaia di neri, li caricarono sulle navi e se li portarono negli Usa, come animali da soma. Non fosse bastato, li fecero lavorare in modo vergognoso, spinti da spirito razzista, e anche ora li ammazzano per strada quali mosche. Non tutti gli italiani sono gentiluomini, ma non è vero che odiano gli stranieri, si limitano a detestare coloro che vogliono concedere lo ius soli e soltanto quello anziché un tetto e due pasti al dì.

 

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