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Tomaso Montanari dimentica le violenze dei comunisti: tutte le amnesie del rettore

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Tomaso Montanari

Giuseppe Valditara
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Secondo resoconti di stampa Tomaso Montanari avrebbe stigmatizzato a La7 il tentativo di una destra «ancora fascista» di equiparare fascisti e comunisti, affermando inoltre che l'Italia nasce comunista e che i comunisti hanno scritto la costituzione. Mi sarei aspettato che un quasi rettore si astenesse dal fare polemiche chiassose e divisive. Un rettore ha un dovere di imparzialità e di sobrietà che è scritto, prima che nelle leggi, soprattutto nel galateo di una società democratica e civile. Montanari oggi introduce tuttavia un tema ulteriore che è persino più rilevante della polemica sulle foibe e che è un tema serissimo. 

 

 

C'è nel suo ragionamento una verità: la nostra costituzione nasce con il contributo del Pci. Va detto che buona parte delle proposte comuniste vennero bocciate dalla componente cattolica e laica, che certamente erano imbarazzate da quella ingombrante presenza in Assemblea costituente. Va riconosciuto tuttavia che Togliatti ben sapeva ciò che poteva fare e ciò che non gli era consentito. Insomma, per un uomo talmente spregiudicato da essersi nominato come capo di gabinetto l’ex presidente del Tribunale della razza, Gaetano Azzariti, fino al 1942 fascistissimo, consentire ad una costituzione nella sostanza liberaldemocratica,era una straordinaria fonte di legittimazione politica. Ma è il rifiuto della equiparazione fra fascismo e comunismo che più inquieta. Questo rifiuto è purtroppo diffuso a sinistra ed è il vero cancro di certa cultura “progressista”.

È persino superfluo ricordare gli orrori del comunismo internazionale di cui i vertici storici del Pci furono complici. Togliatti del resto prendeva ordini da Stalin ed era segretario di un partito che veniva finanziato dall’Unione Sovietica. È pure superfluo ricordare le decine di migliaia di proprietari terrieri, “borghesi”, preti, ex partigiani non comunisti, militanti cattolici e liberali, ex ufficiali, solo in minima parte fascisti, massacrati da comunisti italiani, all’indomani del 25 aprile. L’intenzione era quella di eliminare una potenziale classe dirigente anticomunista.Così come serve a poco ricordare che in nome del comunismo Brigate rosse ed affini hanno provocato nell’Italia degli anni ’70 e ’80 diverse centinaia di morti.

 

 

Ancora più grave è la straordinaria somiglianza di fondo che accomuna comunismo e fascismo: l’intolleranza della diversità, la pretesa di possedere la Verità, la violenza delle soluzioni, l’annientamento morale, prima ancora che fisico, dell’avversario politico concepito come nemico da abbattere. In fondo l’invito alle destre di «tornare nelle fogne», è la plastica testimonianza di questa violenza intellettuale che lega il comunismo e il fascismo.

 

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