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Tomaso Montanari, l'appello di 12 onorevoli di sinistra: "Il governo censuri chi lo critica", vietato difendere le foibe

Francesco Specchia
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Questa non è più una querelle storica. Questo è un paradosso, uno sbuffo di surrealismo alla Luis Buñuel, lo stravolgimento dell'ordine naturale delle cose. Il professore Tomaso Montanari dice, tecnicamente, una frescaccia e dodici parlamentari si ergono a sua difesa e firmano un'interrogazione parlamentare contro cittadini, politici e giornali (soprattutto il nostro) che pensano che Montanari abbia detto una frescaccia, dando peraltro del fascista a chi non la pensa come lui. Sicché urgerebbe «adottare iniziative a tutela della libera docenza del professore Tomaso Montanari, minacciato di sospensione o addirittura di licenziamento dall'insegnamento», denunciano al ministro dell'Università e della Ricerca scientifica i senatori Sandro Ruotolo, Loredana De Petris, Vasco Errani, Piero Grasso, Maurizio Buccarella, Francesco Laforgia, Monica Cirinnà, Barbara Lezzi, Alberto Airola, Gianluca Castaldi, Vincenzo Garruti, Nicola Morra.

 

 

GLI ATTACCHI
Nel manifesto a difesa di Montanari, futuro rettore dell'Università di Siena, si parla di «attacchi strumentali da parte dei principali esponenti della destra italiana e di numerose testate giornalistiche d'area intervenuti pesantemente sulle opinioni personali di un docente». La vicenda è nota, Montanari - che, come Michela Murgia, vede orde di fascisti che si mescolano agli umani - scrive sul Fatto Quotidiano che il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle Foibe è un «clamoroso successo di falsificazione storica» voluto dai politici littori in «evidente opposizione alla Giornata della Memoria». Successivamente il prof, a chi gli dava dell'indelicato, affermava che sì, le foibe ci sono state, ma si parla di sole 5000 vittime (la cifra si aggirerebbe sulle 11mila) quasi tutti «fascisti, collaborazionisti». Non pago, dava del fascista a qualunque interlocutore paventasse idee diverse dalle sue. La cosa fantastica è che, nell'interrogazione, si legge che «un dibattito legittimo tra storici in cui non vi è alcuna accusa di negazionismo, si è trasformato in un attacco nei confronti del professore». Ma, a parte il fatto che Montanari non è uno storico, non c'è stato alcun dibattito legittimo. Lui ha espresso un'opinione (non negazionista, ma revisionista) e, nel merito, gli storici si sono dissociati. Perfino un docente non certo di destra come Aldo Grasso sul Corriere della sera è sbottato: «Svilisce la grande tragedia, una pagina dolorosa della storia del Paese, basandosi su una meschina contabilità».

 

 

GLI UOMINI DEL COLLE
Mail bello è che la fantastica dozzina sottolinea che «il caso Montanari interviene su una materia delicatissima sancita dalla nostra Costituzione con parole inequivocabili agli articoli 21 (libertà di espressione) e 33 (libertà di insegnamento)». Ossia, paradossalmente, quegli stessi articoli sulla libera manifestazione di pensiero che noi invochiamo nell'esprimere apertamente che Montanari ha divulgato reiterate frescacce. Allora anche Maurizio Gasparri che giustamente si sgomenta davanti «all'ondata di faziosità negazionista» dovrebbe proporre un'interrogazione sull'interrogazione. Se poi, nello specifico si parla di docenti che manipolano la storia e la servono agli studenti, be', si potrebbero evocare i cattivi insegnamenti di Angelo Orsi, o di Claudia Cernigoi e Alessandra Kersevan che riducono le foibe a leggenda metropolitana. Tutti puniti o ufficialmente sputtanati. Se sei prof e manipoli dovresti essere maggiormente sanzionato. Servirebbe ricordare ai dodici ardimentosi che Ciampi nel 2006 condannò «gli anni bui delle foibe». Napolitano affermò che le vicende delle foibe e dell'esodo furono la conseguenza di un «moto di odio e di furia sanguinaria, di pulizia etnica». Mattarella stigmatizzò che una «certa propaganda legata al comunismo internazionale dipingeva gli esuli come traditori, come nemici del popolo che rifiutavano l'avvento del regime comunista, come una massa indistinta di fascisti in fuga». Tre presidenti della Repubblica, di sinistra, affermano che opinioni come quelle di Montanari sono antistoriche minchiate. Urge un'interrogazione retroattiva anche contro costoro, si sa mai... 

 

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