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Perché l'energia nucleare è inevitabile: catastrofisti, arrendetevi. La frustata di Formigoni

Roberto Formigoni
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È passata poco più di una settimana dalla conclusione dei convegni internazionali dedicati alla transizione energetica e alla necessità di limitare la crescita della temperatura del pianeta al massimo di 1,5 gradi, pena conseguenze molto gravi perla nostra stessa vita. Lo strumento fondamentale rimane la limitazione dell'uso delle energie di origine fossile (petrolio e derivati) e del carbone. Ma se non vogliamo ridurre lo sviluppo produttivo ed economico dei paesi, a partire da quelli più poveri che più chiedono di crescere liberamente (come in fondo è loro diritto), con che cosa sostituire petrolio e carbone? Le fonti meno impattanti sono le rinnovabili (idrico, solare ed eolico) e il nucleare. L'utilizzo di eolico e solare è molto cresciuto negli ultimi anni, anche grazie a innovazioni tecnologiche. 

 

Ma secondo la stessa Onu, un ruolo chiave dovrà essere giocato dall'energia nucleare, e questo a partire da tempi il più possibile ravvicinati. Bene, tutto ciò suonava come una bestemmia fino a poco tempo fa, soprattutto nel nostro paese. Ricordiamo che nel 1987, a ridosso dell'esplosione della lontana centrale russa di Chernobyl, un referendum popolare bloccò ogni programma di sviluppo dei piani nucleari italiani. Eppure eravam o all'avanguardia nello sviluppo del nucleare sicuro, e i nostri scienziati erano tra i migliori in assoluto. Niente da fare, la demagogia la ebbe vinta sulla scienza, smantellammo i nostri impianti e l'Italia aumentò la quota di energia nucleare acquistata dai paesi confinanti, anzitutto la Francia, senza tener conto che un eventuale incidente negli impianti francesi avrebbe riversato sull'Italia del nord, col favore dei venti, quantità di inquinanti pari a quelli eventualmente prodotti da impianti italiani andati in panne. 

Oggi finalmente, e per fortuna, siamo costretti a tornare sui nostri passi. Le centrali nucleari sono riconosciute per uno dei più bassi valori in termini di emissioni di CO2 nell'atmosfera, un impatto addirittura più contenuto di quello dell'energia solare. Per di più il nucleare è in grado di fornire grandi quantità di energia in modo costante, 24 ore su 24, e controllabile. Perfino la "profetessa" Greta Turnberg, posta davanti alla domanda diretta: fermiamo il mondo bloccando ogni energia, continuiamo col carbone o sviluppiamo il nucleare (poichè quartum non datur), ha ammesso a denti stretti che lo sviluppo del nucleare è la soluzione preferibile. A questo punto catastrofisti di tutto il mondo, arrendetevi! E referendari italiani del 1987 pentitevi amaramente! La scienza va vagliata con grande attenzione ma poi va ascoltata.

 

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