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La politica dovrebbe riconquistare i cuori e le menti dei giovani prima che il voto. L'analisi dell'imprenditore Andrea Pasini

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La relazione tra classe politica e nuove generazioni di cittadini è sempre più complicata. Da un lato abbiamo la politica, vincolata alla sua forma più tradizionale che sembra di fatto incapace di raccogliere istanze e trasformarle in cambiamento, dall’altra i giovani, regolarmente accusati di disaffezione, disinteresse e pigrizia. Il risultato è un sentimento di sfiducia reciproca e un allontanamento da entrambe le parti. La politica non si interessa ai giovani e i giovani non si interessano alla politica. Uno stato di cose preoccupante che voglio cercare di spiegare. 

Secondo i dati Istat, la mancanza di partecipazione nei confronti dei temi politici riguarda una platea molto ampia di giovani. L’assenza di partecipazione sfiora quasi il 50%per i giovani tra i 14 e i 18 anni, e solo l’8% è coinvolto attivamente nella politica, il 74,8% dei nostri ragazzi partecipa alla politica in maniera indiretta. Guardiamo anche solo i dati sull’informazione. Solo il 52,7% si tiene informato su quello che accade, il 27,6% parla di un totale disinteresse e solo il 15% ascolta i dibattiti politici. I numeri parlano chiaro e si legano anche alla bassissima affluenza alle urne nelle ultime elezioni. Il motivo è semplice, i nostri giovani ma anche molti adulti non si sentono rappresentati da nessun partito politico. Il mio lavoro da imprenditore mi porta a essere a contatto con la gente ogni giorno e percepisco un senso di stanchezza e sfiducia in quelli che sono i nostri politici. I giovani, più di altre classi sociali, sono stanchi di false promesse e slogan, vogliono vedere un impegno concreto per il loro presente e soprattutto per il loro futuro.

L’attuale classe politicità manca di concretezza e vive si slogan. Non è capace di fare progetti a medio e lungo termine ma vive il proprio quotidiano inseguendo le onde emotive del popolo, cercando di cavalcare il malcontento senza mai riuscire a risolvere concernente i problemi. E già da anni non parla più espressamente ai giovani. È scoraggiante notare come in Italia siano rare le iniziative che coinvolgono i giovani nel dibattito politico. Dopo l’istituzione del Consiglio nazionale dei giovani nel 2018, sono stati fatti pochi passi per mettere i più giovani al centro del discorso politico. I nostri rappresentati non sembrano interessati ad aprire un dialogo con quelli che rappresentano il nostro futuro, il futuro del nostro paese.

I nostri giovani sono stanchi degli inganni. Stanchi degli slogan politici e delle frasi vuote. Stanchi di quell’elite che cerca di riconquistarne il voto e non pensa invece prima di riconquistarne i cuori e le menti. 

Bisogna innescare un nuovo processo culturale che deve investire tutti i settori più importanti, dalla politica, all’informazione, fino all’istruzione. Se ciascuno riuscisse a recuperare il proprio ruolo e a tornare a essere una guida, allora sarà possibile invertire l’attuale tendenza.

Ai giovani voglio lanciare un messaggio: Il vostro interesse, il vostro impegno, le vostre idee hanno importanza. Nessuno dice mai ai nostri giovani che le loro azioni, le loro proposte, possono cambiare il nostro Paese in meglio. C’è questa idea che anche a farsi avanti le cose non cambiano, ma non è così. Ognuno di noi è una parte fondamentale di questo meraviglioso Paese e ognuno di noi deve fare la sua parte se vuole che le cose cambino in meglio. Bisogna lottare per quello in cui si crede, con passione, coraggio e umiltà.
 

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