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Vittorio Feltri: "Zelensky si prenderà la responsabilità di un'ecatombe mostruosa"

Vittorio Feltri
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Si dice con insistenza che la Russia, davanti alla resistenza dell'Ucraina, si stia preparando ad usare armi chimiche, le più efficaci e pericolose. Sarebbe una tragedia in quanto alla distruzione delle città si aggiungerebbe la morte di altre migliaia di persone. D'altronde Putin non è un agnellino e se ha iniziato la guerra è sicuro che la voglia finire da vincitore, essendo dotato di ordigni sofisticati. Di fronte ai quali, è arcinoto, sia quelli in dotazione dell'Ucraina, sia quelli che vengono inviati a Kiev dagli americani e dagli Stati europei, Italia inclusa, sono non dico giocattoli, ma comunque inidonei a contrastare l'esercito di Mosca. Chi non si rende conto di questa realtà oltre ad essere disinformato è talmente ingenuo da pensare che Putin non sia solo un pazzo criminale ma pure un cretino. Egli infatti fino a ora ha limitato, si fa per dire, l'uso della forza più brutale, tuttavia vi farà presto ricorso se Zelensky non cederà allo strapotere del Cremlino. Coloro che insistono nel dire che gli eroi ucraini si stiano dimostrando pressoché imbattibili grazie alla volontà di combattenti in difesa della loro terra, si illudono. È vero che le battaglie infuriano da un mese e il Paese invaso non si è piegato, però rammentiamo che gli stessi americani, 20 anni orsono, per prevalere su Saddam in Iraq impiegarono un paio di mesi. Pertanto non deve stupire che i russi non siano riusciti a mettere il tallone conclusivo sulla nazione presieduta da Zelensky.

 

Il trascorrere del tempo fa gioco alla Russia, la quale agisce per sfiancare gli avversari e costringerli alla resa dopo aver utilizzato a fini bellici la chimica e missili di precisione assoluta. Tutto ciò dovrebbe far riflettere non solo il popolo aggredito ma anche il blocco occidentale, talmente superficiale da non aver valutato la carica violenta di Putin, supponendo di poterla contrastare con mezzi inadatti sotto il profilo strettamente militare. A questo punto se il leader ucraino non troverà il modo per proporre una resa onorevole e salvifica per la sua gente disperata, egli si assumerà la responsabilità di un'ecatombe mostruosa, costretto a consegnare allo zar un Paese ridotto a un cumulo di macerie, un Paese di morti insepolti e di vivi sepolti dai detriti. Non mi sembra una bella prospettiva. La guerra si combatte almeno tra due soggetti, uno dei quali prima o poi soccombe, non sarà la Russia. Per quanto riguarda la minaccia nucleare, suppongo sia soltanto ipotetica, sapendo che danneggerebbe persino coloro che la scatenassero. In questo caso non varrebbe il motto mors tua vita mea, che andrebbe aggiornato così: mors tua mors mea. A chi interessa un funerale universale?

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