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Vittorio Feltri, la morte di Giulia e Alessia? Gli adolescenti hanno bisogno dei limiti

Vittorio Feltri
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La vera tragedia è quella a cui sono condannati a vita coloro che restano. I genitori di Giulia e Alessia Pisanu, rispettivamente di 15 e 17 anni, saranno perseguitati fino alla fine dei loro giorni dal dolore più atroce che possa sperimentare un essere vivente, ovvero la perdita di chi ha messo al mondo. Nutro per questo un profondo rispetto nei confronti della loro sofferenza e un senso di pietà persino lacerante che tuttavia non mi impediscono, essendo un giornalista e avendo acquisito da decenni questa sana deformazione professionale, di trarre dal fatto di cronaca alcuni ragionamenti, riflessioni, insegnamenti, che puntualmente però non apprenderemo. Li disattenderemo anche questa volta. Eppure mi tocca esprimere alcuni concetti, a mio avviso, fondamentali, affinché drammi simili a quello che si è verificato a Riccione non accadano mai più, o almeno non avvengano tanto di frequente. Qualcuno ipotizza, e non possiamo di certo escluderlo fino ai risultati degli esami tossicologici, che le ragazzine avessero assunto droghe, magari a loro insaputa, e che questo spiegherebbe quindi il motivo per il quale siano state travolte da un treno.

 

 

Mi domando: non sono sufficienti lo stordimento di una notte trascorsa in discoteca, la stanchezza derivante dal non avere affatto dormito, essendo già le 7 del mattino, per motivare lo stato di confusione e di perdita di controllo delle minori? Dobbiamo sempre dare la colpa all'uomo nero, che versa sostanze stupefacenti nei drink? Non è stato nessun uomo nero ad ammazzare le sorelline. Giulia e Alessia, semplicemente, non avrebbero dovuto essere lì, da sole, raminghe, in una stazione ferroviaria, luogo notoriamente insidioso a qualsiasi latitudine e a qualsiasi età, alle 7 del mattino, lontane da casa, senza un adulto di riferimento, in balia di qualunque genere di rischio, semmai avrebbero dovuto essere nelle loro camerette a dormire, o al massimo in cucina, appena sveglie e in procinto di fare la prima colazione.

 

 

Tuttavia nessuno osa compiere questa osservazione di buonsenso e necessaria, in quanto oramai si viene catapultati automaticamente nel tritacarne del politicamente corretto, del pietismo esasperato e fine a se stesso, del buonismo tossico e ottuso, in base al quale soffermarsi su questi ragionamenti equivale a gettare discredito sulle vittime e a colpevolizzare i loro familiari. Non sono assolutamente queste le mie intenzioni. Il padre afferma che le figlie hanno tanto insistito per ottenere il permesso di recarsi a Riccione a fare festa che egli, per sfinimento, ha ceduto. Non trovo sia errato consentire agli adolescenti di frequentare le discoteche, per di più in estate. Vietarglielo sarebbe ancora più controproducente, ma i ragazzi hanno bisogno di regole e una regola sacrosanta è quella che impone un orario decente entro il quale rincasare, il famoso "coprifuoco" che evidentemente oggi è desueto. Superato tale limite orario, i genitori devono porsi in uno stato di allarme e intervenire.

 

 

L'anomalia dunque è proprio questa, ossia che le due fanciulle siano state tutta la notte fuori casa come se fossero donne mature e non minorenni. Per di più, c'è il fattore distanza. Riccione dista oltre un'ora e venti di automobile dal paese in cui abitavano le sorelle, non erano dirette nel locale dietro l'angolo. La madre, dal canto suo, dichiara: «Erano tanto responsabili che non mi spiego come siano finite sotto il treno». Ma per quanto un giovane possa essere ritenuto responsabile ed esserlo, egli è e resta un essere uomo ancora non compiuto, senza esperienza, inconsapevole delle storture e delle insidie del mondo, quindi è soggetto da tutelare. Nessun adolescente è tanto assennato e giudizioso da conoscere ogni sorta di pericolo e da proteggersi in maniera autonoma dalla moltitudine di trappole della società odierna, che è molto più complessa rispetto a quella in cui sono cresciuti i suoi genitori. Trattiamo quindi i fanciulli per quello che sono, ossia fanciulli e non individui autonomi, "adulti e vaccinati".

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