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Fisco rapace, che palle questa storia delle tasse sono alte per gli evasori

Iuri Maria Prado
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Mamma mia che palle con questa storia che le tasse sono alte perché c'è l'evasione fiscale. Ma finché non si imporrà la verità opposta - e cioè che il grosso dell'evasione è rivolto al finanziamento di attività produttive, mentre le tasse finanziano perlopiù l'inefficienza e la malversazione pubblica - quella fregnaccia continuerà a imperare. È una verità impronunciabile perché descrive un sistema ormai completamente pervaso da quella stortura, un intreccio ossificato di illegalità necessitata (l'evasione che serve all'economia produttiva) e di legalità aberrante (la tassazione che la intralcia).

Non si tratta neppure di decidere se sia giusto o ingiusto, perché questa è materia di opinioni (per quanto difficilmente qualcuno saprebbe dimostrare che questo casino ha addentellati di ragionevolezza): si tratta di riconoscere quella realtà senza ricoprirla con il tappeto di retorica e mistificazione che non la contiene più, e da cui sbuffa fuori con mareggiate di cartelle esattoriali e deplorazioni imbecilli sull'egoismo di chi evade lasciando a languire i servizi pubblici.

La devono fare finita, e chi non condivide questa impostazione contraffattoria dovrebbe spiegare senza timore che una buona quota dell'inottemperanza fiscale sostiene un'economia altrimenti anche più disastrata, così come una larga parte del gettito è adoperata per mantenere eserciti di parassiti. E spiegare, infine, che il nemico sociale di chi produce e versa al fisco tutto quanto (ingiustamente) deve, non è l'evasore che si sottrae al vampiro per pagare stipendi o per il lusso di una settimana di ferie, ma lo Stato che organizza questo scempio criminogeno e ha pure il coraggio di assolversene addossando la colpa a chi non batte due scontrini. 

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