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Darya Dugina, l'ultima vergogna: usata per la propaganda anti-Salvini

Gianluca Veneziani
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Ma non riuscite a raccontare la cronaca ed esprimere pietas per la scomparsa di una donna, senza buttarla sulla polemica e la dietrologia politica? Niente, non ce la fanno. Ieri su La Stampa Jacopo Iacoboni, già artefice dell'"imperdibile" inchiesta sulle presunte pressioni dell'ambasciata russa sulla Lega, ci ha tenuto a ricordare, dopo l'uccisione della figlia di Aleksandr Dugin, che il padre, «filosofo rossobruno», ha «trame con la destra italiana». E quindi dagli a sottolineare che è una via di mezzo tra un «agitatore culturale e i servizi segreti», che nel «2018 un tour duginiano lanciato da Savoini» ha visto «Dugin approdare sulla terrazza di Casa Pound» e che «nel 2017 i russi stavano organizzando un incontro tra Salvini e Dugin».

 

 

 

Ovviamente non poteva mancare a corredo l'immagine del leader leghista con la figlia del filosofo, «postata dall'estremista di ultradestra Porrazzo». Il sottinteso è: vedete con chi se la fa Dugin. E vedete con chi se la fa la Lega. Ergo, non votate il Carroccio, pieno di amici del presunto ideologo di Putin. Che schifo, però, fare sciacallaggio sui morti, cui si dovrebbe rispetto pure in tempo di campagna elettorale.

 

 

 

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