Musei: il criminologo Fiasco, il 'Lombroso' non faccia resistenze 'feticiste'
Roma, 7 set. (Adnkronos) - "Le resistenze del Museo 'Lombroso' a restituire il cranio di un contadino sfiora quasi il feticismo, specie se si considera che si potrebbe sostituirlo con una fotografia e un'etichetta didascalica e che la struttura, peraltro in decadenza, ospita al suo interno ancora cumuli di teschi abbandonati da qualche parte e neanche classificati". E' quanto afferma all'Adnkronos il sociologo e criminologo Maurizio Fiasco, a proposito della querelle che vede schierati da un lato il museo di Torino e dall'altro il comune di Motta Santa Lucia, in provincia di Catanzaro, che reclama anche per vie legali la restituzione del cranio del contadino calabrese Giuseppe Villella. "Le idee di Lombroso ovviamente non hanno più diritto di cittadinanza scientifica - ricorda Fiasco - persino da ancor prima della caduta del fascismo. Il museo può sopravvivere solo come un'espediente di marketing del territorio o come luogo di curiosità come può essere per un museo delle cere. Il merito di Lombroso non va riconosciuto alle conclusioni errate cui è approdato e nessuna delle quali è sopravvissuta, ma all'introduzione di un approccio scientifico in una materia come quella dello studio della devianza criminale prima affidata solo ai criteri della morale e della religione e alle categorie del bene e del male". Infatti, spiega il criminologo, "lui ha indagato il fenomeno criminale al di là dell'aspetto puramente morale, della deviazione dalla legge naturale e dal diritto positivo, mettendo fine a una tradizione se non millenaria sicuramente plurisecolare, inquadrandolo come fenomeno riconducibile alle scienze sociali, al di là del paradigma scientifico errato della sua antropologia criminale. In tal senso, Lombroso ha fondato una disciplina 'moderna' basata su raccolta dati, osservazione, catalogazione degli elementi, pur nel vano tentativo di ricavarne una legge generale".