Migranti: domani Card. Scola a pranzo con famiglia di palestinesi musulmani (3)
(AdnKronos) - Ottengono una casa per un certo periodo, ma poi l'espulsione. «Non parlavamo l'italiano, avevamo difficoltà e non la cittadinanza, quando siamo usciti dall'Italia non sapevamo dove andare - ricorda Khaled -. Per due settimane abbiamo dormito in stazione a Roma, poi siamo partiti per la Svezia, dove abbiamo chiesto asilo politico come rifugiati. Lì siamo rimasti un anno e poi, quando è nata la mia ultima sorella, siamo tornati in Italia, ancora in Calabria, vicino a Palmi. Siamo stati lì per un altro anno, finché non abbiamo avuto tutti i documenti». La famiglia è allora partita per la Danimarca, dove è rimasta due anni e mezzo. E poi di nuovo in Italia: «All'aeroporto della Malpensa per tre notti abbiamo dormito in strada. Poi ci hanno mandato alla Stazione Centrale di Milano e ci hanno detto che lì c'era un progetto per l'accoglienza dei migranti...». E l'incontro con Casa Suraya: "Ci siamo rimasti otto mesi, poi siamo andati a Cinisello Balsamo, presso una casa della parrocchia - riprende il giovane -. Siamo da un mese e possiamo rimanere per un anno e mezzo".