Smurfing per esportare il denaro all'estero, a Prato nuovo caso 'cinese'
Roma, 4 Ago. (Ign) - Non si ferma l'esportazione illegale di denaro all'estero tramite i money transfer. Negozi che spesso vengono utilizzati per ripulire denaro, frutto di evasione fiscale, redditi da lavoro nero e attività illecite, facendolo finire su conti fuori dall'Italia. Nelle scorse ore ci sono state 14 perquisizioni, tra Prato e Massa Carrara, nei confronti di 12 imprenditori cinesi del settore tessile-abbigliamento ritenuti responsabili di reati valutari e tributari. Attraverso un'attività di polizia giudiziaria fatta di appostamenti, pedinamenti ed indagini tecniche sul luogo, i finanzieri hanno sottoposto ad attenzione una agenzia di 'money transfer' di via Pistoiese, nella cittadina toscana, uno dei cui titolari era già indagato per reati analoghi. Fin dalle prime battute, le fiamme gialle hanno notato movimenti sospetti di cinesi che consegnavano denaro a persone le quali, successivamente, si recavano all'interno del locale per fare versamenti, tutti al di sotto dei mille euro, frazionando le cifre per eludere le norme antiriciclaggio. La GdF ha accertato così che, attraverso 2.500 operazioni contabili circa, in un arco temporale di 17 mesi, è stato realizzato un trasferimento illegale di valuta per quasi 10 milioni di euro perpetrato dai 12 imprenditori.