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Saipem: legale Varone, denaro all'estero non giustifica carcere

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Milano, 12 ago. (Adnkronos) - "La mera circostanza che gli indagati godano di asserite disponibilita' all'estero non e' sufficiente a giustificare il ricorso alla misura cautelare, in difetto di comportamenti specifici della persona che possano indurre a ritenere verosimile il pericolo connesso alle esigenze cautelari". E' quanto scrivono nella memoria difensiva Davide Steccanella e Alessandro Pistochini, legali di Pietro Varone, l'ex manager di Saipem arrestato lo scorso 24 luglio con l'accusa di corruzione internazionale. Coinvolto nell'inchiesta relativa alla presunta maxitangente algerina pagata da Saipem, Varone, in particolare, secondo il gip di Milano, da queste operazioni avrebbe beneficiato di 10 milioni di euro. Nel chiedere al Tribunale del Riesame la scarcerazione o, in subordine, i domiciliari, gli avvocati rilevano nell'ordinanza di arresto del gip l'assenza di "elementi fattuali idonei a giustificare in concreto" la misura. Una decisione "irragionevole", anche per il tempo trascorso dalla commissione del reato e per la condotta dello stesso Varone. Nel primo caso, si parla di fatti accaduti oltre tre anni fa, mentre nel secondo caso l'indagato ha "tenuto un comportamento improntato all'assoluta correttezza" e in due occasioni ha contribuito a ricostruire i fatti. Per il criterio di adeguatezza, infine, si chiede in subordine di applicare una misura meno gravosa al carcere, i domiciliari.

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