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Agrigento: Carabinieri sequestrano tre quintali fuochi pirotecnici

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Palermo, 20 dic. (AdnKronos) - I Carabinieri di Agrigento hanno sequestrato una vera e propria Santabarbara. Ben 1140 confezioni di prodotti pirotecnici, 62 batterie di supporti per il lancio dei fuochi, inneschi di vario genere e pericolosissime bombe carta. Questo l'armamentario proibito rinvenuto dai Carabinieri in due distinti depositi ricavati in un garage e nella cucina di due distinti condomini situati nel Comune di Licata. In tutto oltre tre quintali di giochi pirotecnici proibiti, contenenti pericolosissimo materiale esplosivo, illegalmente detenuti e destinati a finire sul mercato nero in occasione delle ormai prossime festività natalizie e di fine anno. “Botti” di ogni genere, "molto pericolosi a causa dell'elevato potenziale esplosivo costituito dal considerevole contenuto pirico degli artifizi, erano così pronti alla vendita in un vero e proprio supermarket, allestito all'interno in un garage e in una cucina di due distinti stabile in pieno centro abitato a Licata", dicono gli inquirenti. È stato persino necessario l'intervento degli artificieri antisabotaggio, unità speciale dei Carabinieri, per mettere in sicurezza l'ingente quantitativo di esplosivo rinvenuto e scongiurare inneschi accidentali che avrebbero potuto danneggiare gravemente gli interi immobili. Le manette sono così scattate ai polsi di un impiegato, incensurato, 33enne licatese, il quale, con l'accusa di detenzione illegale di esplosivi, è finito al carcere “Petrusa” di Agrigento. L'operazione, "che rappresenta uno dei più grossi sequestri mai effettuati a fine anno nella provincia di Agrigento", rientra in un piano di controlli straordinari disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Agrigento al fine di rendere più sicuri i festeggiamenti natalizi e di fine anno. In un colpo solo, sono stati così tolti dal mercato nero pericolosissimi fuochi illegali, il cui maneggio sarebbe stato molto pericoloso e che avrebbero fruttato un guadagno di svariate migliaia di euro.

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