Il medico, radicolopatie in aumento per 'over 40', ecco come trattarle
Roma, 21 dic. (AdnKronos Salute) - Coinvolge circa il 7-8% della popolazione italiana, causa di sensazioni di sofferenza che, in un caso su due, necessitano di un approccio riabilitativo e farmacologico: è il dolore neuropatico, campanello d'allarme di un malfunzionamento del sistema nervoso centrale o periferico che "si verifica ogni qualvolta un nervo rimane intrappolato, e quindi va in contatto con una struttura che gli è vicina", spiega all'AdnKronos Salute Cesare Faldini, direttore Prima clinica ortopedica e traumatologica dell'Istituto Rizzoli di Bologna, che precisa: "Se questo accade vicino alla colonna vertebrale, cioè alla sua origine, si parla di radicolopatia, altrimenti parliamo di neuropatie periferiche, come nel caso del tunnel carpale, dove il nervo mediano può rimanere intrappolato nel canale del carpo". Le radicolopatie sono in aumento nella popolazione degli 'over 40', sempre più colpita da sciatica, ernia del disco, infiammazioni e alterazioni di tipo artrosico: "Nel caso della radicolopatia - prosegue l'esperto - i nervi che fuoriescono dal midollo spinale si trovano vicini alla colonna vertebrale e, se la colonna vertebrale s'infiamma, vi è un aumento di volume che produce una stimolazione meccanica del nervo stesso. Qui ci sono due problematiche da analizzare contemporaneamente - sottolinea - La prima è il meccanismo che ha determinato la compressione sul nervo, e che quindi produce il dolore; l'altra è il nervo stesso, che proprio perché compresso si ammala". Capire la natura del dolore è dunque di fondamentale importanza per individuare la migliore strategia di trattamento: "La causa di un dolore neuropatico può essere infiammatoria, e quindi bisogna agire sull'infiammazione con i farmaci, oppure può essere più grave, come una compressione dovuta ad esempio a una sindrome da ernia del disco, oppure una stenosi del canale vertebrale, che progressivamente si restringe causando dolore - osserva l'ortopedico - Nelle fasi iniziali si interviene sostanzialmente con farmaci e riabilitazione. I farmaci hanno lo scopo di ridurre l'infiammazione e ridurre la patologia dei nervi stessa; la riabilitazione, invece, ha lo scopo di migliorare le condizioni meccaniche della colonna". La buona notizia è che il trattamento farmacologico, associato a quello riabilitativo, si rivela efficace: "Quando il nervo si ammala deve essere curato - ribadisce Faldini - e quindi bisogna agire con dei farmaci neurotrofici come ad esempio la L-acitilcarnitina, che agisce sul benessere del nervo. Contemporaneamente - aggiunge - bisogna curare il meccanismo che ha determinato la compressione, cioè l'infiammazione, con farmaci antinfiammatori e antidolorifici. Oltre a questo - ricorda - nella colonna vertebrale è necessario supportare la terapia con la riabilitazione". Quando farmaci e riabilitazione non bastano, non resta che l'intervento chirurgico: "Quando la riduzione di spazio è talmente grave da compromettere la funzionalità del nervo, si può intervenire chirurgicamente - spiega l'ortopedico - Nelle neuropatie periferiche, come la sindrome del tunnel carpale, l'intervento è mininvasivo di natura ambulatoriale. Nelle radicolopatie, che sono quelle tipiche dell'ernia del disco, cervicale e lombare, della stenosi, della scoliosi degenerativa, gli interventi sono a complessità progressivamente crescente". "La sicurezza dell'intervento, naturalmente, è legata al centro dove viene eseguito. Si tratta di interventi delicati che richiedono sostanzialmente un approccio multidisciplinare fra chirurgo ortopedico o neurochirurgo, anestesista, terapista del dolore e riabilitatore. Tutte figure che vengono coinvolte in questo tipo di approccio", conclude l'esperto.