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Migranti, Papa: "Rispettino leggi dei Paesi che li accolgono"

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Città del Vaticano, 14 gen. (AdnKronos) - "Nel mondo di oggi, per i nuovi arrivati, l'invito all'accoglienza significa anche conoscere e rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni dei Paesi in cui sono accolti; significa pure comprendere le loro paure e apprensioni per il futuro". Papa Francesco lo sottolinea, nell'omelia della messa celebrata nella basilica di San Pietro in Vaticano in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Il Pontefice riconosce che "non è facile entrare nella cultura altrui, mettersi nei panni di persone così diverse da noi, comprenderne i pensieri e le esperienze e così spesso rinunciamo all'incontro con l'altro e alziamo barriere per difenderci. Le comunità locali, a volte - osserva - hanno paura che i nuovi arrivati disturbino l'ordine costituito, 'rubino' qualcosa di quanto si è faticosamente costruito". Ma "anche i nuovi arrivati hanno delle paure: temono il confronto, il giudizio, la discriminazione, il fallimento". "Queste paure - afferma il Papa - sono legittime, fondate su dubbi pienamente comprensibili da un punto di vista umano: avere dubbi e timori non è un peccato, il peccato è lasciare che queste paure determinino le nostre risposte, condizionino le nostre scelte, compromettano il rispetto e la generosità, alimentino l'odio e il rifiuto. Il peccato è rinunciare all'incontro con l'altro, con il diverso, con il prossimo". Bisogna superare le nostre paure, per poter andare incontro all'altro, per accoglierlo, conoscerlo e riconoscerlo", chiede Papa Francesco, sottolineando che "l'incontro vero con l'altro non si ferma all'accoglienza ma ci impegna tutti in altre tre azioni, che evidenziate nel Messaggio per questa giornata: proteggere, promuovere e integrare".

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