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Pfas: assessore veneto, richieste di aiuto dalle altre Regioni (2)

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(AdnKronos) - (Adnkronos) - Dal 2015, appena insediatosi, l'assessore veneto all'Ambiente oltre a sollecitare una normativa statale ha anche chiesto di conoscere in Commissione Ambiente della Conferenza Stato-Regioni come si stessero muovendo le altre Regioni. Dopo anni e diversi solleciti, finalmente il Ministero dell'Ambiente nel maggio del 2017 ha perciò coinvolto le Regioni per sapere come stessero affrontando la questione e affinché fornissero un report sullo stato delle acque. Richiesta poi rinnovata nel settembre del 2017, non essendo pervenute risposte concrete da gran parte delle Regioni. Ora, sempre dal sito dell'Agenzia Toscana si legge inoltre che 'la giunta regionale del Veneto, in attesa che si pronuncino l'Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) e l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ha emanato disposizioni (DGRV n. 1590 del 3/10/2017 e DGRV n. 1591 del 3/10/2017) per regolamentare la presenza - nelle acque destinate al consumo - delle due sostanze più pericolose: PFOS+PFOA non potranno superare i 90 ng/L (nanogrammi per litro), di cui PFOS non superiore a 30 ng/L, mentre per gli altri PFAS è stato previsto un limite cumulativo di 300 ng/L'. "Purtroppo in Italia - evidenzia ancora l'assessore registrando le stesse ammissioni fatte dalla Toscana - esistono solo "obiettivi di performance" per le acque potabili indicati nel 2014 dall'Istituto Superiore di Sanità, che consentono l'erogazione di acqua con un livello complessivo di PFAS di 1030 ng/L (500 di PFOA, 30 di PFOS, 500 di "altri PFAS") e questo non fa che confermare l'assoluta assenza del governo nazionale in questa delicatissima partita fondamentale per la salute dei cittadini".

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