Pfas: assessore veneto, 34 ricorsi ma la Regione va avanti, siamo presi a modello
Venezia, 26 gen. (AdnKronos) - "Dal 2013, anno della segnalazione del problema PFAS, la nostra Regione è stata l'unica in Italia che si è attivata immediatamente, sostituendosi spesso allo Stato, per avviare il monitoraggio delle acque di falda utilizzate a scopo idropotabile e che ha messo in atto tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini. Ma il paradosso è che in questa nostra azione siamo stati finora oggetto di ben 34 ricorsi, da parte di soggetti pubblici e privati che ci contestano di aver fatto o troppo o troppo poco. Nelle regioni in cui non è stato fatto nulla, nonostante la presenza di questi inquinanti, nessuno ha mosso obiezioni". E' il dato di fatto da cui è partito l'assessore all'ambiente della Regione del Veneto Gianpaolo Bottacin per fare il punto sui contenziosi aperti in sede amministrativa e civile sulla delicata vicenda delle sostanze perfluoro-alchiliche, insieme al sindaco di Trissino (il comune vicentino in cui ha sede l'azienda Miteni) Daniele Faccio e al direttore generale di Arpav Nicola Dell'Acqua. Al momento sono 27 i ricorsi presentati al TAR Veneto, 5 al Tribunale Superiore delle Acque, un giudizio al Tribunale Civile di Padova e uno al Tribunale Penale di Venezia. Il ricorso più recente è quello di Miteni che evidenzia danni per 98 milioni di euro asseritamente subiti dai provvedimenti relativi alla definizione delle problematiche ambientali nell'area dell'azienda. L'assessore ha sottolineato che il Veneto ha per tempo sollecitato una normativa statale in materia e di conoscere come si stessero muovendo le altre Regioni. Dopo anni e diversi solleciti, il Ministero dell'Ambiente nel maggio del 2017 ha chiesto alle Regioni come stessero affrontando la questione e che fornissero un report sullo stato delle acque. Richiesta poi rinnovata nel settembre del 2017, non essendo pervenute risposte concrete da gran parte delle Regioni.