Mafia: legale Dell'Utri chiede il ne bis in idem, ex senatore non andava processato
Palermo, 23 mar. (AdnKronos) - L'ex senatore di Forza Italia Marcello Del'Utri "non andava neppure processato", "avrei dovuto chiedervi una sentenza di non doversi procedere all'inizio del processo, ma non l'ho fatto". A dirlo ai giudici della Corte d'assise di Palermo è l'avvocato Giuseppe Di Peri, proseguendo la sua arringa difensiva al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Il legale, che difende Dell'Utri fin dal processo di primo grado, avviato più di venti anni fa, chiede per il suo cliente l'applicazione del ne bis in idem, cioè un imputato prosciolto o condannato con sentenza o decreto penale divenuti irrevocabili "non può essere di nuovo sottoposto a procedimento penale per il medesimo fatto, neppure se questo viene diversamente considerato per il titolo, per il grado o per le circostanze", come prevede il di procedura penale. Secondo l'avvocato Di Peri, la sentenza passata in giudicato che ha assolto Dell'Utri dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa per le condotte successive al 1992, la stessa che lo ha condannato a sette anni per le imputazioni precedenti a quell'anno, rende non fattibile il processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Ecco perché, secondo il legale, l'ex politico che sta scontando in carcere una pena a sette anni, non avrebbe non avrebbe dovuto subire un secondo procedimento penale. Secondo l'avvocato Di Peri "il fatto è esattamente lo stesso e cioè l'esistenza di quel patto politico-mafioso che avrebbe visto Dell'Utri protagonista, ritenuto però inesistente da una corte d'appello e poi dalla Cassazione". Da qui, a suo dire, il ne bis in idem per Dell'Utri. Un "patto" già vagliato dai giudici, "identico come identiche sono le fonti di prova, i testimoni, i documenti e i collaboratori di giustizia. In questo processo si è tornati sugli stessi identici temi del processo per il concorso esterno".