Smog: Legambiente, emergenza cronica in Veneto (3)
(AdnKronos) - (Adnkronos) - "Rispetto all'impegno dei Comuni coinvolti dall'accordo padano, si può notare come questi siano stati abbandonati dalla nostra Regione e lasciati soli senza una cabina di regia generale, costretti ad applicare limitazioni e misure dissuasive in maniera scomposta e non coordinata, creando così confusione nei cittadini che si spostano da una città ad un'altra. Basti pensare ai ritardi con l'avvio delle ordinanze, che pur dovendo rispettare l'obbligo di avvio al primo ottobre (previsto dall'accordo padano) hanno avuto date di applicazione molto diverse tra di loro e in ritardo rispetto a quanto previsto", spiega. "Il pm10 è diffuso in tutta il territorio regionale ed è quindi necessario un intervento che coinvolga tutti i Comuni a prescindere dalla loro dimensione. Gli accordi sottoscritti fino ad ora tra Ministero, Regioni, Comuni per affrontare la cattiva qualità dell'aria sono quindi serviti a poco o nulla, sia a causa del tipo di provvedimento previsto, o per la loro reale applicazione o, ancora, per l'assenza di controlli. Le criticità generali riscontrate sono state sostanzialmente due: da un lato il disomogeneo recepimento dell'accordo da parte dei singoli Comuni, senza un'armonizzazione degli interventi, dall'altro l'aver frammentato le responsabilità, “esonerando” di fatto la Regione dallo svolgere in maniera stringente il proprio ruolo e dovere di coordinamento", prosegue. “Come ribadiamo da anni non servono misure sporadiche, ma è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello regionale che locale. Una sfida che la Giunta regionale deve assolutamente affrontare con impegno e senza perdere tempo. Gli innumerevoli protocolli e accordi non devono riguardare solo i Comuni capoluogo ed i loro agglomerati o solo i centri che superano i 30mila abitanti ma tutti i comuni e le città coinvolte da questa emergenza in Veneto. La Regione deve ritornare in sella e promulgare urgentemente delle linee guida omogenee per tutto il territorio regionale. Occorre ripartire da un diverso modo di pianificare gli interventi nelle aree urbane, con investimenti nella mobilità collettiva, partendo da quella per i pendolari, nella riconversione sostenibile dell'autotrazione e dell'industria, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbano.”, conclude.