Rifiuti: sindaco Canicattì, noi parafulmine, stanchi di subire diktat Regione
Palermo, 26 lug. (AdnKronos) - "Stanchi di continuare a subire la mancanza di programmazione", di essere "i parafulmini di tutti i problemi". Il sindaco di Canicattì (Agrigento), Ettore Di Ventura, dà voce ai suoi colleghi e non usa giri di parole. Sul banco degli imputati c'è la Regione siciliana, all'indomani della decisione del Tar che ha accolto la richiesta di sospensiva dell'ordinanza Musumeci che prevedeva l'obbligo per i Comuni che non fanno almeno il 30 per cento di differenziata di avviare accordi con i privati per l'invio all'estero dei rifiuti. Accordi da siglare entro il 31 luglio pena l'invio di commissari negli enti locali inadempienti. "Non si può pensare di scaricare sui Comuni e sui primi cittadini anni e anni di cattiva organizzazione nel settore della gestione dei rifiuti, decenni di ritardi anche per colpa della Regione" dice all'Adnkronos. A Canicattì la raccolta differenziata nel primo semestre del 2018 ha superato quota 32 per cento. "Non saremmo stati, comunque, tra i Comuni a rischio commissariamento - spiega il sindaco -. Ad agosto partirà il nuovo servizio di raccolta è siamo certi che le percentuali continueranno ad aumentare, ma non si può chiedere ai Comuni di raggiungere in poche settimane livelli di differenziata non raggiunti in anni". A fare infuriare Di Ventura è anche il nuovo decreto emesso lo scorso 20 luglio dal dipartimento regionale Acqua e rifiuti, secondo il quale la sua città e gli altri Comuni dell'Ambito a partire da domani dovranno conferire l'immondizia nel sito di Alcamo, in provincia di Trapani. Un fulmine a ciel sereno su un ambito, quello della gestione della raccolta Rsu, già problematico.