Giustizia: madre ma non per legge, da un anno aspetto custodia mie figlie
Milano, 5 ott. (AdnKronos) - Da più di un anno attende l'affidamento esclusivo delle figlie minorenni, ma i tempi della giustizia le impediscono di fare legalmente la madre. In realtà, non ha mai smesso di farla. La storia di Gloria, nome di fantasia, è fatta di un matrimonio doloroso alle spalle, di un lavoro perso per la crisi, di salti mortali per pagare le bollette e di aule di tribunale dove il senso di giustizia sembra essersi smarrito tra tanta burocrazia e poco personale. Un racconto, raccolto dall'Adnkronos, che mostra la distanza tra la realtà quotidiana e la lentezza della macchina dello Stato. Nel maggio 2017 la donna si rivolge allo studio Legale Parenti a Roma e inoltra un ricorso per la cessazione degli effetti civili del matrimonio - celebrato nel 2007 e naufragato nel 2011 - e per chiedere l'affidamento esclusivo delle sue due bambine, revocando l'affidamento ai servizi sociali intervenuti per arginare i conflitti all'interno di una relazione talvolta burrascosa. Nell'udienza dell'ottobre 2017 il giudice del tribunale civile romano chiede ai servizi sociali un aggiornamento della condizione familiare in modo da poter procedere alla decisione, ma la richiesta non può essere soddisfatta: "per mancati contatti con le minori già dal 2015", spiega l'avvocato Luigi Parenti. Una risposta che mostra un paradosso: è la madre a occuparsi di tutto, ma non risulta legalmente affidatarie delle sue figlie. Accompagna le bambine a scuola, firma l'autorizzazione per palestra e gite, si occupa del rinnovo dei documenti, "eppure sul piano giuridico non ha nessun diritto. Una discrepanza illogica palesemente contraria all'interesse delle minori. Peraltro, questa situazione - evidenzia il difensore - espone la mia cliente a gravi rischi sul piano giuridico, visto che volontariamente prende decisioni rilevanti per la vita delle figlie senza averne il diritto e, qualora qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, ne risponderebbe penalmente. In breve è costretta quotidianamente a scegliere tra il bene delle figlie e la possibilità di essere denunciata".