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Xylella, primo caso in Toscana

AdnKronos
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Firenze, 12 dic. - (AdnKronos) - Il Servizio fitosanitario regionale della Toscana, nel corso del monitoraggio ufficiale per Xylella fastidiosa, ha rinvenuto per la prima volta sul territorio regionale, nel comune di Monte Argentario (Grosseto), alcune piante colpite dal batterio che attacca solamente alcune specie vegetali sensibili, portandole al disseccamento. Dai primi accertamenti è emerso che il batterio ritrovato appartiene alla sottospecie Multiplex, differente da quella pugliese, una sottospecie finora mai rinvenuta in Italia ma presente in Francia (Regioni Corsica e Paca) e in Spagna. "La Regione si è attivata sin dal 2013, a seguito dell'emergenza Xylella in Puglia. Da oltre 4 anni compie controlli preventivi molto scrupolosi su tutto il territorio regionale, circa 10mila ad oggi", ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi. "Proprio questo sistema di vigilanza continua, da parte del servizio fitosanitario regionale, ci ha consentito di individuare in maniera precoce il minimo segnale di presenza di piante colpite garantendo così interventi tempestivi di controllo ed eradicazione", ha aggiunto Remaschi. "Siamo fiduciosi di un esito positivo della vicenda anche in virtù del fatto che le numerose analisi compiute non hanno assolutamente evidenziato infezioni a carico di olivi sul nostro territorio - ha proseguito Remaschi - Inoltre l'area interessata è situata nei dintorni dell'abitato di Porto Santo Stefano, zona particolarmente isolata dal resto del territorio toscano per la presenza della laguna di Orbetello che la separa dalla terraferma e non vede la presenza di particolari aree agricole sensibili. Il che garantisce una limitazione naturale delle potenziali vie di diffusione". Per ora non si conosce l'origine dell'infestazione, ma tra le ipotesi più accreditate vi è quella dell'introduzione nella zona di piante contagiate o il trasporto di insetti vettori della malattia, provenienti da località francesi o spagnole. La positività al batterio è stata rilevata su 40 piante arboree ed arbustive a seguito di oltre 1000 rilievi effettuati nel 2018. Tra le piante trovate infette ci sono ginestre, poligale myrtifolia, mandorli e calicotome. "Il rinvenimento tempestivo di questo focolaio dimostra il grande sforzo profuso dal Servizio fitosanitario regionale per il monitoraggio del territorio grazie al quale è possibile un'efficace eradicazione", ha continuato Remaschi. "Questo è possibile applicando le misure fitosanitarie previste dalla norma nazionale ed europea, ovvero distruggendo le piante colpite con sintomi sospetti e nelle immediate vicinanze, e istituendo una zona cuscinetto nei 5 km circostanti da sorvegliare attentamente". All'interno di quest'area sarà condotto un monitoraggio costante per escludere la presenza di ulteriori piante infette e sarà disposto il blocco della movimentazione delle piante sensibili. Le azioni di controllo ed eradicazione saranno facilitate dalla conformazione geomorfologica del territorio in questione, peraltro di piccola estensione.

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