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Pesaro: pentito di mafia, 'io sono un morto che cammina' (3)

AdnKronos
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(AdnKronos) - E poi, il collaboratore di giustizia, ribadisce: "Qui chiunque può farmi quello che vuole, esattamente come è accaduto al fratello del pentito di Pesaro. Proprio perché siamo tutti senza scorta, senza protezione. La protezione non esiste. Se io vado a Roma e incontro un bagherese che mi vuole 'punire', mi può uccidere tranquillamente. Tanto non ho alcuna protezione". E tornando a parlare dell'omicidio di Pesaro, dice: "Dopo questa notizia, penso che solo in pochi decideranno di collaborare. Anche perché molti avranno paura di parlare con i magistrati. Il servizio di protezione deve cambiare radicalmente. Io sono sicuro che se fossi nel mio paese sarei più 'tranquillo', perché mi conoscono. Sanno che sono 'sbirro' e mi lascerebbero in pace". Il collaboratore si lamenta anche del fatto di avere abitato per quattro anni "in una casa coperta da eternit". "E ora per il cambio della casa, a causa di quella dirigente, mi hanno tolto parte dell'indennità per pagare qualche danno della casa". La moglie del collaboratore poi spiega: "Noi in questi anni siamo stati bravi perché non abbiamo raccontato a nessuno la nostra storia - dice - purtroppo abbiamo dovuto anche raccontare qualche bugia, ma perché ce lo hanno imposto quelli del Servizio di protezione, proprio perché non volevano che potessimo avere problemi". E parlando ancora del figlio, dice: "Gli è stato negato il diritto allo studio. Spero che torni al più presto a scuola, perché a sette anni non è giusto che paghi per colpe non sue, ma di altri. Io ho avuto fiducia nella preside...". E poi aggiunge, con rabbia: "Io non mi sposto più. La prossima volta torno direttamente in Sicilia".

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