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Pesaro: tante donne e pure un bimbo, lungo elenco di pentiti a rischio

AdnKronos
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Palermo, 27 dic. (AdnKronos) - La strage dei familiari dei collaboratori di giustizia non si è mai conclusa. L'elenco di madri, fratelli, figli, cugini ed amici dei collaboratori di giustizia uccisi è lunghissimo e continua ad allungarsi. L'ultimo dell'elenco è Marcello Bruzzese, fratello di un pentito di Ndrangheta ucciso nei giorni scorsi a Pesaro. Ma prima di lui altre centinaia sono stati uccisi platealmente oppure con suicidi camuffati. Il collaboratore che ha pagato il più alto prezzo è stato l'ex boss dei due mondi, Tommaso Buscetta che con le sue rivelazioni diede un colpo mortale a Cosa Nostra. Gli uccisero figli, fratelli, cognati, amici ma le sue rivelazioni consentirono di avviare il primo Maxiprocesso nei confronti di centinaia di mafiosi. E adesso, ad oltre 30 anni da quel Maxi processo quel piccolo drappello di pentiti, collaboratori e testimoni di giustizia sono diventati oltre 6 mila, un popolo che vive nel terrore e nella paura pensando ogni giorno che prima o poi loro stessi o loro familiari possono essere uccisi. E tra loro ci sono anche donne, che hanno deciso di dire basta, e persino un bambino di appena 12 anni. Questo piccolo popolo di pentiti e testimoni di giustizia è sparso in tutto il territorio nazionale, dal nord al sud, molti hanno un'altra identità, si sono rifatti una nuova vita e vivono con i loro familiari. Molti altri sono usciti dal programma di protezione ottenendo una sorta di “liquidazione” dallo Stato, ma la maggioranza sono ancora sotto la protezione dello Stato che con centinaia di poliziotti del Servizio Centrale di Protezione cerca di proteggerli dandogli assistenza, procurandogli nuove identità, nuove abitazioni adoperandosi anche per trovargli un lavoro. Poche decine di collaboratori sono stati “espulsi” dal programma di protezione e ritornati in carcere perché non avevano perso il vizio di compiere reati. La gestione dei collaboratori e dei testimoni di giustizia non è semplice e la loro valutazione viene periodicamente fatta da alcuni magistrati della Direzione Nazionale Antimafia che deve accettare o respingere le richieste di questo popolo di pentiti. Il totale della “popolazione protetta” è di 6.246 persone, 1.319 sono collaboratori e testimoni di giustizia e quasi 5 mila i loro familiari che li hanno seguiti, mogli, figli, fratelli, suoceri, cognati, nipoti, conviventi.

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