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"Ho rivissuto il passato, si riapre una ferita"

AdnKronos
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Roma, 13 apr. (AdnKronos) - di Sara Di Sciullo "Ho rivissuto quel momento in cui un pregiudicato mi sparò a bruciapelo. La stessa scena di oggi con il carabiniere a Foggia. Si riapre una ferita". Davanti alla morte del militare, ucciso in un conflitto a fuoco a Cagnano Varano nel foggiano, il primo pensiero del sovrintendente della Polizia Daniele Bortone, che nel corso di un controllo di servizio alla stazione centrale di Milano fu ferito gravemente insieme a un collega da un criminale che gli sparò a distanza ravvicinata, "va alla vittima e alla sua famiglia - afferma all'Adnkronos - per il destino atroce che gli è toccato per aver fatto il suo dovere". E come ogni volta che accadono tragedie simili, sembra rivivere i drammatici momenti di 19 anni fa. E' il 5 febbraio del 2000. Alla stazione centrale di Milano, durante un normale controllo di documenti, un uomo estrae una pistola e apre il fuoco a bruciapelo. "Prima ha colpito il mio collega, io ero a qualche metro e mi sono lanciato verso di loro, ma mi sparato un colpo a bruciapelo mentre gli saltavo addosso per bloccarlo. Ero a terra, il mio collega è riuscito a rialzarsi, ma poi è caduto al suolo e ha sbattuto la testa perdendo quasi i sensi", racconta Bortone con la scena ancora negli occhi. A quel punto il criminale spara ancora. "Ha ferito di nuovo il mio collega, poi ha sparato verso di me però mi ha mancato: ho sentito il sibilo del proiettile. Voleva darci il colpo di grazia", afferma. Il bandito scappa, i due poliziotti restano a terra, gravissimi. Quasi per miracolo si salvano: "Abbiamo avuto delle conseguenze, io sono invalido al 40%, ma rispetto al povero carabiniere" ucciso oggi a Foggia "siamo stati indubbiamente più fortunati", osserva Bortone. "Lo Stato, come ha fatto con me, sicuramente dimostrerà vicinanza a questa persona e alla sua famiglia", conclude Bortone secondo il quale i famigliari del militare ucciso non saranno sicuramente lasciati soli.

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