Diabolik, nuovo divieto per funerali pubblici
Roma, 14 ago. (AdnKronos) - Non è stato raggiunto alcun accordo sui funerali di Fabrizio Piscitelli, il capo degli Irriducibili ucciso il 7 agosto scorso con un colpo di pistola alla testa nel parco degli Acquedotti, a Roma. Dopo l'incontro di ieri a San Vitale, al termine del quale le parti si erano ripromesse di aggiornarsi, oggi la figlia Giorgia è tornata in questura. La famiglia è rimasta sulle proprie posizioni e alla figlia di Piscitelli è stato quindi notificato un provvedimento di divieto di funerali pubblici generico, senza indicazione di data. La questura di Roma ribadisce "il divieto di celebrazione del funerale di Fabrizio Piscitelli in forma pubblica e solenne". E' quanto scritto nella seconda ordinanza firmata dal questore di Roma Carmine Esposito e che l'Adnkronos ha potuto visionare. Il documento è stato consegnato oggi alla figlia di Fabrizio Piscitelli che è tornata a San Vitale dopo l'incontro di ieri e, dal canto suo, ha ribadito la volontà dei famigliari del capo ultras laziale di celebrare i funerali in forma pubblica. In ogni caso la salma del capo ultras laziale resta a disposizione della famiglia all'istituto di medicina legale di Tor Vergata. Dopo oltre un'ora di colloquio la figlia non ha voluto rilasciare dichiarazioni. "Il provvedimento avversato rientra nel genus delle misure di prevenzione la cui applicazione è mediata da una valutazione di merito, di esclusiva competenza delle autorità di polizia che si sottrae al sindacato di legittimità del giudice amministrativo con la sola eccezione di profili di manifesta abnormità dell'iter logico o di incongruenza nella motivazione che nel caso di specie non appaiono, prima facie, rinvenibili", si legge intanto nel decreto del presidente del Tar del Lazio, che il 12 agosto scorso ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata dai familiari di Piscitelli. Adesso la famiglia dell'ultras avrà 60 giorni di tempo per ricorrere al Tar contro la seconda ordinanza emessa dal questore di Roma Carmine Esposito e 120 giorni per fare, in alternativa, ricorso al Capo dello Stato.