Storico: "Nel Novecento la mafia chiese il pizzo ai Florio che si rifiutarono"
Palermo, 2 ott. (AdnKronos) - “Fra il 1906 e il 1907 Ignazio Florio ricevette una missiva anonima contenente un'inequivocabile richiesta di pagamento di ‘pizzo' da parte della mafia palermitana. Ma il cavaliere, secondo i nostri studi, si rifiutò di cedere al ricatto. Riteneva, infatti, di potere tenere testa all'organizzazione criminale grazie alla sua enorme popolarità che gli derivava dall'avere creato un impero produttivo che dava lavoro a decine di migliaia di persone e dall'avere istituito nel rione Olivuzza una mensa che ogni giorno sfamava 500 poveri. Insomma, pensò, se la mafia avesse colpito i Florio il popolo palermitano si sarebbe sollevato”. Lo sostiene lo storico Vincenzo Prestigiacomo, presidente del Comitato scientifico di Casa Florio, anticipando una delle tante novità che saranno presentate sabato prossimo, 5 ottobre, alle ore 9,30, presso la sede della Banca popolare S. Angelo, a Palazzo Petyx, in via Enrico Albanese, 94, a Palermo, in occasione del convegno con cui Casa Florio, la Banca S. Angelo e Nuova Ipsa Editore commemoreranno i 220 anni dall'avvento della Famiglia Florio in Sicilia, esattamente nell'ottobre del 1799. Nel corso dei lavori saranno illustrati diversi altri documenti inediti sui Florio. “Ignazio fece male i suoi conti, infatti la mafia non aspettò molto a reagire al rifiuto dei Florio – aggiunge Prestigiacomo – ; ciò in quanto già nel 1897 Ignazio Florio aveva licenziato i suoi due capi guardiani, i fratelli Noto, avendo scoperto che si trattava dei capi mandamento dell'Olivuzza e probabili mandanti del rapimento a scopo estorsivo di Audrey Whitaker. Sommando i due ‘affronti', la mafia decise di agire e, secondo tradizione, si vendicò ‘a scoppio ritardato': dopo un anno, nel 1908, un incendio doloso distrusse il Villino Florio all'Olivuzza”. “Questo è uno dei tanti appuntamenti culturali organizzati dalla Banca S. Angelo in vista dei festeggiamenti dei suoi primi cento anni, nel 2020 - dichiara l'A.d., Ines Curella – . Cento anni vissuti nel segno del pieno e instancabile sostegno allo sviluppo dell'economia del territorio regionale e della sua cultura. Inauguriamo la rassegna rendendo omaggio all'opera dei Florio che fecero della Sicilia uno dei fulcri commerciali, economici e culturali dell'Europa e del Mediterraneo. Ed entriamo così nel secondo secolo della banca fondata da mio nonno nel 1920, con l'auspicio che la Sicilia possa conoscere una rapida ripresa, alla quale la S. Angelo sarà sempre pronta a dare il proprio contributo, da protagonista e da promotrice dell'identità siciliana e dei suoi valori”.