Mafia: depistaggio Borsellino, le lacrime del pm indagato Palma 'Io adoravo Paolo'/Adnkronos (3)
(Adnkronos) - E sulle telefonate tra Palma e Petralia con Vincenzo Scarantino, il magistrato dice: "Fu il Procuratore Tinebra a dare i nostri numeri telefonici a Vincenzo Scarantino, una decisione che io non gradii molto a dire il vero. Scarantino era un personaggio psicologicamente labile". "Il Procuratore diede i nostri numeri (con quello del pm Carmelo Petralia ndr) a Scarantino e io non lo accettai di buon grado". "Era fastidioso ricevere continue lamentele da questo signore che si lamentava per questioni logistiche, di soldi, ma non ci ha mai detto 'Non voglio più collaborare' o quando dice alla moglie di preparare le carte (nella intercettazione si sente di preparare le valigie ndr). Insomma, era nervoso, era labile e forse per questo Tinebra gli diede i nostri numeri". Nel corso dell'udienza si parla anche dell'agenda rossa di Paolo Borsellino e di un'altra agenda del giudice che sarebbe stata trovata dalla pm Palma a casa del magistrato. "Dopo la morte di Paolo Borsellino andai a trovare la vedova, la signora Agnese, che mi accompagnò nello studio di Paolo. Sulla scrivania trovai un'agenda. Le chiesi se potevo sfogliarla e disse di sì. Era un'agenda in cui Paolo annotava tutti i suoi spostamenti ed era ferma al 17 luglio 1992", dice. E nell'agenda rinvenuta nell'abitazione di Paolo Borsellino, dopo la strage di via D'Amelio, "c'era la conferma che nel giorno dell'interrogatorio di Gaspare Mutolo Borsellino andò al ministero dell'Interno. In quell'agenda c'era scritto: Viminale". "Io, Petralia e Di Matteo - ha aggiunto - sentimmo anche il ministro Mancino che negò in modo assoluto di avere incontrato Borsellino, e non siamo riusciti a trovare riscontri sulla presenza di Contrada". E ricorda anche i rapporti "personali e familiari con Paolo Borsellino". Il 29 giugno del 1992 il giudice Paolo Borsellino e l'ex Procuratore di Palermo Pietro Giammanco erano a cena a casa del magistrato. A riferirlo in aula è proprio la teste indagata per calunnia. "Ho appreso dei contrasti tra il Procuratore Giammanco e il dottor Borsellino solo dopo che sono stati convocati al Csm - dice l'Avvocato generale dello Stato di Palermo- Ricordo che il 29 giugno 1992 Borsellino venne a casa mia a cena per festeggiare il suo onomastico e c'era pure il Procuratore Giammanco. E' stata una serata tranquilla". E poi ricorda che aveva "rapporti di famiglia con Paolo Borsellino, eravamo due famiglie unite, ci frequentavamo e abbiamo passato momenti bellissimi". I rapporti tra Borsellino e Giammanco erano molti tesi. Il giudice prima di morire aveva confidato alla moglie Agnese di avere appreso casualmente e non da Giammanco, che ne aveva conoscenza, che un pentito aveva rivelato l'arrivo di un carico di esplosivo destinato a un attentato contro il magistrato. In un'altra occasione, il tenente Carmelo Canale, motlo vicino a Borslelino, raccontò in aula di avere saputo da Borsellino che se avesse potuto lo avrebbe "arrestato".