Varese: Tamburino (Dap), e' ora di usare sistema videoconferenze
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - L'assalto di ieri a Gallarate riapre il dibattito sulle videoconferenze per i detenuti. Mentre continua la caccia ai componenti del commando che ieri, poco dopo le 15, hanno fatto evadere Domenico Cutri', ergastolano di 32 anni, mentre veniva trasferito al Tribunale di Gallarate per testimoniare a un processo, sono infatti in tanti -magistrati come il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, o politici tra i quali il segretario del Pd, Matteo Renzi- a sottolineare come il sistema delle videoconferenze per ascoltare le deposizioni dei detenuti sia piu' sicuro del regime delle traduzioni. Una misura che abbatte anche i costi. Una convinzione, questa, condivisa dal capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino. "Gia' da molto tempo -spiega Tamburino all'Adnkronos- il Dap ha formulato ipotesi di potenziamento delle videoconferenze. Un sistema che funziona da anni per i detenuti sottoposti al regime del 41 bis, e ha dato buona prova perche' non compromette affatto le esigenze della difesa. Anzi -fa osservare il numero uno del Dap- se realizzato con tecnologie appropriate, il sistema delle videoconferenze puo' aumentare il livello di garanzia perche' consente la registrazione. Dunque il magistrato ha a sua disposizione una documentazione formidabile che non si ha nelle normali audizioni". "Non bisogna avere paura del progresso e della tecnologia -sottolinea Tamburino- soprattutto se si vuole avere una giustizia piu' veloce e anche piu' economica, perche' con il sistema delle videoconferenze si risparmiano anche i soldi per le traduzioni: per un detenutio ritenuto pericoloso servono 4 o 6 persone. Se invece si tratta di un detenuto sottoposto al 41 bis, di agenti penitenziari ne occorrono 8. E oltre alle spese per gli spostamenti, c'e' il problema della sicurezza, con l'incolumita' di queste persone, e anche di terzi, esposta a rischi". (segue)