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Varese: preso in sei giorni boss evaso, voleva costruirsi nuova vita/Adnkronos

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Varese, 9 feb. - (Adnkronos) - Ore 2.35. Una carica esplosiva fa saltare in aria la porta del 'covo' di Inveruno, nell'Alto Milanese, dove è nascosto Domenico Cutrì. I carabinieri del Gis, Gruppo intervento speciale, fanno irruzione nell'abitazione. Il blitz delle teste di cuoio, che usano anche i flashbang, le granate che stordiscono temporaneamente, finisce in una manciata di secondi: il boss evaso lunedì scorso durante una sanguinosa sparatoria e il suo complice Luca Greco sono bloccati e ammanettati ancora sdraiati sulle loro brandine. Altrettanto breve, la latitanza di Cutrì: sei giorni, divisi tra le campagne del Vercellese, dove era fuggito inizialmente, e il 'ritorno' nel paese della famiglia, a circa 25 chilometri da Gallarate, dove tutto era cominciato, con quell'operazione da Far West in cui aveva perso la vita il fratello Antonino, ucciso da un colpo di pistola. Domenico Cutrì, condannato all'ergastolo per l'omicidio del polacco Lukacs Kobrzeniecki, si trova adesso in carcere ad Opera. Voleva "costruirsi una nuova vita", cambiare identità e guadagnarsi da vivere con altre rapine. Questo il suo progetto criminale secondo i carabinieri di Varese e la Procura di Busto Arsizio che, senza sosta, nell'ultima settimana, ha portato avanti le indagini. In sei giorni sono stati raccolti "elementi e materiali che si raccolgono normalmente in sei mesi", ha detto in conferenza stampa il comandante del reparto anticrimine del Ros di Milano, Giovanni Sozzo. L'arsenale di armi trovato nel primo nascondiglio, a Cellio, poteva far pensare solo a un disegno del genere. Cutrì, poi, è stato trovato con al fianco una magnum 357 carica e pronta all'uso. Dettaglio che denota, ancora una volta, la sua "estrema pericolosità". (segue)

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