Roma, 8 feb. (Adnkronos/Ign) - Roma sull'orlo dell'emergenza rifiuti. Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del ministro dell'Ambiente Corrado Clini che imponeva il trasferimento di una parte della spazzatura della Capitale in alcuni impianti delle altre province del Lazio. Il Tar ha fissato al 6 giugno 2013 la decisione sul merito dei ricorsi. Quattro i siti di stoccaggio individuati dal commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, Goffredo Sottile, per il trattamento dell'indifferenziata di Roma, Fiumicino, Ciampino e Citta del Vaticano: Albano laziale (Roma), Viterbo, Colfelice e Castelforte (Latina). E a presentare ricorso sono stati congiuntamente il Comune di Albano, la Provincia di Frosinone e la società che gestisce l'impianto di trattamento meccanico e biologico (Tmb) di Colfelice, la Saf. Si tratta di una decisione incomprensibile, ha tuonato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. "Non posso credere - si legge in una nota - che il Tar abbia consapevolmente deliberato di proseguire in una pratica sanzionata da una procedura di infrazione comunitaria e contraria alla legge. Ricorrerò immediatamente al Consiglio di Stato", aggiunge il ministro. Per evitare il conferimento di rifiuti non trattati, si legge nella nota, il ministero dell'Ambiente ha promosso due azioni principali: l'incremento della raccolta differenziata e del recupero dei rifiuti urbani, al fine di raggiungere entro due anni gli obiettivi stabiliti dalla legge (65%) con la sottoscrizione del 'Patto per Roma' e la piena utilizzazione degli impianti nella Regione Lazio per il trattamento meccanico biologico (Tmb) e per il recupero energetico dei rifiuti". Con un rapporto del 1 febbraio 2013, sottolinea Clini, "i Noe hanno comunicato che nel 2012, la capacità dei Tmb di Roma è pari a 935.000 tonnellate/anno. Considerando il volume totale dei rifiuti della capitale (depurato del 30% di raccolta differenziata), la quantità di rifiuti da trattare risulta pari ad almeno 1.400.000 tonnellate/anno, ovvero oltre 450 mila tonnellate in eccesso rispetto alla capacità dei Tmb della provincia di Roma". Secondo il ministro "il pieno impiego della capacità residua di tutti gli impianti Tmb della Regione, a partire da quello di Colfelice, che da solo potrebbe coprire oltre il 35 % del fabbisogno, con una capacità residua di 169.986,760 tonnellate annue, è essenziale per far fronte all'emergenza. E la combinazione della raccolta differenziata con il trattamento nei Tmb dei rifiuti indifferenziati, consentirà sia l'eliminazione di rifiuti non trattati sia la drastica progressiva riduzione della quantità dei rifiuti da conferire in discarica, con il contestuale avvio della definitiva chiusura di Malagrotta. Il rischio dell'emergenza rifiuti a Roma, scrive Clini, "è stato notificato a partire dal Dpcm del 22 luglio 2011, ed è singolare che il Tar non se ne sia accorto. I dati sono chiari e pubblici. Sulla base dei dati, l'unica possibilità che Roma sia autosufficiente, come ritiene il Tar, sta nella continuazione del conferimento di rifiuti non trattati a Malagrotta". Preoccupato il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "La decisione dei giudici amministrativi rappresenta motivo di grande preoccupazione per l'Amministrazione capitolina. Il ministro Clini - afferma - ha già spiegato le ragioni tecniche che hanno motivato l'emanazione del decreto. Per parte nostra, la Giunta ha recentemente deliberato che i rifiuti di Roma, Ciampino e Città del Vaticano, dopo il trattamento negli impianti laziali, siano smaltiti nel comprensorio di Roma Capitale e non nei territori dove sono collocati tali impianti". "Gli sforzi per aumentare la raccolta differenziata che l'Amministrazione ha messo in campo per raggiungere l'obiettivo di legge e l'impegno dei cittadini per differenziare i rifiuti, rischiano di essere vanificati dalla decisione del Tar che non tiene evidentemente conto della complessità della situazione e della mancanza di alternative alle soluzioni individuate dal Patto per Roma e dal successivo decreto ministeriale", conclude. "Piena soddisfazione da parte dell'amministrazione di Colfelice e di tutti i sindaci della provincia di Frosinone", è stata espressa dal sindaco di Colfelice, Bernardo Donfrancesco. "Attendiamo il dispositivo - sottolinea all'Adnkronos- ma la notizia è estremamente positiva. Ci fa enorme piacere perché non è stato tenuto in considerazione l'aut-aut di Clini". Soddisfatto anche il sindaco di Albano Nicola Marini. "Il nostro ricorso di sospensiva è stato accolto. Le nostre ragioni, la forte volontà dell'amministrazione di opporsi a decisioni calate dall'alto, il sostegno dei cittadini e delle associazioni del territorio, hanno avuto la meglio sulle logiche emergenziali e sulla politica di prevaricazione portata avanti dagli organi di governo solo per risolvere i problemi della Città di Roma". "Ringrazio i nostri legali per l'eccellente lavoro svolto, lavoro al quale si sono uniti anche i loro colleghi della Provincia di Frosinone e della Saf", conclude.