Milano, 22 nov. (Adnkronos) - "Secondo il mio giudizio, ma è una mia visione seppure supportata da numeri, Unipol ha urgente bisogno di essere capitalizzata. La sua controllante la iscrive a bilancio ad un multiplo importante del suo valore. Si può ipotizzare che con questa operazione il management di Unipol provi a nascondere la sottocapitalizzazione". E' quanto riferisce, in una delle sue testimonianze Fausto Gismondi, ex attuario di Fonsai. Ascoltato come testimone il 18 aprile 2012, mette nero su bianco i dubbi sul 'matrimonio' tra la compagnia allora guidata dalla famiglia Ligresti e il gruppo assicurativo bolognese. Sentito più volte nell'inchiesta milanese sui rapporti tra Giancarlo Giannini e l'Ingegnere, affronta anche il capitolo sui concambi e mostra una tabella che indica "quale valore attribuiscano le due squadre di professionisti a Fonsai, a Milano e a Unipol. Non può non sorprendere il fatto che i consulenti di Unipol ravvisino in questa società un valore di 1,678 miliardi di euro, mentre i professionisti del mondo Fonsai ravvisino un valore negativo di Unipol per 26 milioni di euro. Non si fatica a comprendere quanto lontane siano le valutazioni. Ciò riguarda anche il valore di Fonsai che i consulenti di quest'ultima ravvisano in 1,618 miliardi di euro e i consulenti di Unipol in 448 milioni", spiega l'ex attuario. Se l'Isvap "non si cura minimamente del tema dei concambi che così tanto angoscia gli amministratori di Unipol e Fonsai. Ciò che l'Isvap deve fare è verificare che Unipol, cioè il proponente dell'operazione abbia i requisiti patrimoniali per acquisire una società, Fonsai, che sulla carta è 2 volte e mezzo più grande". Alla domanda del magistrato su cosa farebbe l'Isvap se sapesse che secondo i consulenti di Fonsai Unipol ha un valore negativo di almeno 26 milioni di euro, Gismondi replica: "Evidentemente non concederebbe l'autorizzazione".