(Adnkronos) - Nell'immediatezza del fatto pero' l'interpretazione che il procuratore generale Salvatore Di Landro diede dell'attentato fu diversa. All'allora ministro della Giustizia Angelino Alfano scrisse che secondo lui la spiegazione del gesto era legata alla vicenda del processo appena iniziato in appello che vedeva al banco degli imputati i condannati in primo grado per l'omicidio di Luigi Rende, la guardia giurata uccisa durante un tentativo di rapina il primo agosto 2007. Il difensore di uno degli imputati era l'avvocato Lorenzo Gatto, che aveva difeso in diverse occasioni Francesco Neri, sostituto procuratore generale in quello stesso processo. L'incongruenza venne lamentata dal procuratore Giuseppe Pignatone e dall'avvocato di parte civile Giulia Dieni. Nonappena Di Landro si insedio' alla procura generale, proprio in quei giorni, provvide a sanare l'incongruenza e ne nacque un contrasto interno all'ufficio che si concluse con il trasferimento di Neri per incompatibilita' ambientale. Vennero fatte anche altre ipotesi sugli autori delle bombe, tra cui alcuni esponenti del clan Serraino di Reggio Calabria. La pista venne poi abbandonata quando Antonino Lo Giudice inizio' a collaborare con la giustizia e a fornire la sua versione ma ancora formalmente non e' stata comunicata l'archiviazione. (segue)