Archeologia: missione Universita' Udine scopre in Grecia tombe micenee inviolate

domenica 29 settembre 2013
Archeologia: missione Universita' Udine scopre in Grecia tombe micenee inviolate
2' di lettura

Roma, 23 set. (Adnkronos) - Tre tombe micenee inviolate, databili tra il XV e l'XI secolo a.C., con corredi funerari comprendenti elaborate ceramiche e preziosi oggetti d'ornamento, e i resti di un abitato preistorico, fondato verosimilmente alla fine del III millennio a.C., sono stati riportati alla luce presso Eghion, in Grecia, dagli archeologi dell'Universita' di Udine. Il ritrovamento e' avvenuto nel sito protostorico della Trapeza', nella regione dell'Acaia, durante l'esplorazione della necropoli micenea individuata l'anno scorso dai ricercatori dell'Ateneo friulano. "Sono ritrovamenti di inestimabile valore scientifico", afferma Elisabetta Borgna, professore di Archeologia egea all'Universita' di Udine e coordinatrice del gruppo italiano che partecipa alla missione archeologica internazionale nel sito della Trapeza', diretta da Andreas Vordos, nell'ambito di un progetto di ricerca del Ministero della cultura greco. La missione, giunta alla quarta campagna, e' sostenuta dall'Institute for Aegean Prehistory di Philadelphia (Stati Uniti), dalla Societa' per la ricerca dell'antica Rhypiki's di Eghion (Grecia), dalla A.G. Leventis Foundation (Repubblica di Cipro) e della Scuola di specializzazione interateneo in Beni archeologici (Udine, Trieste e Venezia). Le prime indagini nelle tombe, del tipo 'a camera' (cioe' scavate in un pendio e costituite da un corridoio d'accesso e una camera funeraria), hanno riportato alla luce l'imbocco di sepolture inviolate, con ingressi murati da massicci blocchi di roccia e rivestimenti in ghiaie compatte. Le due camere funerarie finora parzialmente investigate hanno restituito ricchi corredi, comprendenti elaborate ceramiche e oggetti d'ornamento insieme a resti umani. Il ritrovamento di alcune nicchie scavate lungo le pareti dei corridoi d'accesso ha rivelato l'abitudine di mettere da parte, dando loro una degna collocazione, i resti delle sepolture piu' antiche in occasione della riapertura e del riuso dei sepolcri. (segue)