(Adnkronos) - Mille navi, ciascuna delle quali poteva portare a bordo circa 40 persone. Presto sara' possibile visitare virtualmente i reperti in fondo al mare con telecamere a frizione remota, guardando le immagini dalla sala predisposta nel museo o dal proprio computer. Per la creazione del parco archeologico sommerso, i giapponesi hanno chiesto a Petrella indicazioni sulla base del modello gestionale dei parchi archeologici di Baia, nei Campi Flegrei, e di Pantelleria. Il progetto iniziale risale al 2006: "Lavoravo come archeologo in cooperative di scavo - racconta Petrella - e andavo personalmente in Giappone a mie spese. Li' trovai la disponibilita' a collaborare del professore Kenzo Hayashida, archeologo marino". La svolta nel 2009, quando e' diventata una missione ufficiale italo-giapponese: "Il ministero degli Affari esteri poteva accettare di finanziare missioni solo se a proporlo era un ente pubblico. Chiedemmo alle universita' e l'Alma Mater di Bologna ci diede l'autorizzazione senza chiederci nulla in cambio. Nel 2010 la direttiva cambio' e ho fatto richiesta privatamente". Oltre alla partecipazione del Ministero, la missione poggia sul sostanzioso contributo della Japan Foundation, della Prefettura di Nagasakie del Comune di Matsuura.