(Adnkronos) - Affiancano la carta, restaurate, altre opere, tratte dalla spettacolare miscellanea 'Arsenale di Venezia e Marina', pressoche' inedita, patrimonio anch'essa della Fondazione. E' una raccolta di centoquarantadue tra acquerelli, disegni preparatori a penna, acqueforti, bulini. Spiccano per valore documentaristico, ma anche per l'eccellenza artistica, il disegno del Rilievo a colori dell'Arsenale, delineato dal perito Filippo Rossi nel 1776. Vi sono raffigurati tutti i settori di attivita' del cantiere, dal punto di raccolta dei roveri allo squero delle galeazze. Straordinarie immagini di navigli veneziani sono riunite in 'Navi o vascelli' di Vincenzo Maria Coronelli, pubblicato nel 1697. La miniatura di una buzonavis dal Capitulare Nauticum del XIV Secolo e' fra le prime raffigurazioni di quel tipo d'imbarcazione duecentesca, dalla caratteristica forma circolare. Chiude idealmente l'esposizione, la Commedia dantesca, aperta su quel Canto XXI dell'Inferno che descrive l'Arzana', nella prestigiosa edizione veneziana commentata da Cristoforo Landini. E' del 1491, l'anno prima della scoperta dell'America, che avrebbe segnato la fine di un mondo e, con esso, della Venezia ancora trionfante della pianta di Jacopo de' Barbari. L'esposizione e' a cura di Cristina Celegon e Angela Munari, con la consulenza scientifica di Guglielmo Zanelli. La mostra nasce in occasione della presentazione pubblica del volume 'Navi, squeri e traghetti da Jacopo De' Barbari', curato da Guglielmo Zanelli, con prefazione di Giovanni Sarpellon, edito dal Centro Internazionale della Grafica.



