(Adnkronos) - Alla domanda classica sulle assenze frequenti del padre e sulle conseguenze di questo in famiglia, le sorelle Biagi hanno risposto con la consapevolezza di chi e' cresciuto alla luce di una figura straordinaria, la cui professione era parte integrante del suo carattere, sebbene mantenuta lontana dall'intimita' familiare, un uomo "presente anche quando non c'era" per via della sua forza caratteriale immensa e contagiosa. In un clima di regole rigorosissime ma educative, sereno e protetto dagli sconvolgimenti del mondo che pure Enzo Biagi raccontava ogni giorno, sono cresciute Bice e Carla, che ora lo ricordano con molta commozione ma senza mai abbandonarsi al sentimentalismo. La storia di un grande uomo prima che di un grande giornalista, vittima del potere proprio negli ultimi anni della sua vita, tristemente segnati da lutti personali e da un affronto professionale come il purtroppo celebre "Editto Bulgaro" di Berlusconiana memoria. Bice e Carla Biagi raccontano che il padre, convinto che togliere il lavoro ad un uomo significhi togliergli la dignita', considerava il giornalismo come una missione e il suo ruolo come quello di un vendicatore di ingiustizie. Una passione, quella del giornalismo, che Bice ha ereditato. In memoria di Enzo, le due figlie hanno istituito il Premio Enzo Biagi, che ogni anno gratifica il lavoro di giovani giornalisti riconoscendo la trasparenza e l'onesta' di uno dei mestieri piu' rischiosi e affascinanti dei nostri tempi.