Un’ordina d’intellettuali progressisti nelle scorse settimane si è sollevata contro la casa editrice Passaggio al bosco: questa iniziativa fa venire in mente l’antico proverbio romano “Deus dementat quos perdere vult” (Dio toglie il senno a chi vuole perdere). “Più libri più liberi” è la fiera di Roma dedicata all'editoria indipendente, organizzata dall’Associazione Italiana Editori che ha come presidente Innocenzo Cipolletta, già direttore di Confindustria particolarmente aperto al dialogo con la sinistra, e ha avuto successo grazie innanzi tutto al Comune di Roma e al sindaco Roberto Gualtieri.
Trasformare un evento in cui la cultura (e la politica) progressiste erano le grandi protagoniste in una celebrazione della censura, è di fatto un piccolo capolavoro di masochismo. Forse questa insensatezza non si sarebbe manifestata, se i contestatori avessero consultato il catalogo della casa editrice sotto accusa e avessero appreso che in questo catalogo ce n’era anche un libro dedicato agli “Hezbollah” con tanto d’intervista al leader (eroe dei ProPal di tutto il mondo) di quei fanatici tagliagole libanesi che è stato Ibrahim Nasrallah. Magari l’idea di aiutare il traditore Graziano Del Rio in una lotta all’antisemitismo che “oggettivamente” copre le responsabilità dell’infame Israele, avrebbe frenato l’ardore contestativo. Ma probabilmente no, perché l’istinto censorio è profondamente radicato in ambienti che credono di essere gli unici depositari del “giusto” tanto d’aver contestato anche al Salone del libro di Torino nel maggio del 2023 Eugenia Roccella, personalità politica dalle indubitabili e salde radici antifasciste.
Quarta Repubblica, Ginevra Bompiani si smaschera da sola: "Quella è casa mia"
Bastano pochi secondi a Ginevra Bompiani per mostrare la lente deformata attraverso cui l’intellighenzia di sinist...La convinzione che alle idee non si debbano contrapporre idee ma iniziative tese a chiudere la bocca, è in realtà abbastanza diffusa e la tentazione censoria non riguarda solo le persone “di lotta e di salotto” che vanno in giro per festival a cercare di impedire che si promuovano libri che a loro non aggradano. E ahimé questa tentazione censoria non alligna solo nelle file progressiste.
Di fatto non c’è solo la stordita cultura “woke” partita come l’essere “svegli” e vigilare contro le ingiustizie, e finita come sinonimo del togliere la parola a chi non la pensa come te. C’è anche la seria preoccupazione che nell’era della comunicazione digitale una notizia fulmineamente possa arrivare a migliaia di persone con conseguenze non sempre prevedibili. Questa preoccupazione, non sempre infondata nel mondo di oggi così disordinato, ha visto promuovere diverse iniziative non proprio commendevoli. Su Le Point si è scritto che in un dibattito Emmanuel Macron ha dichiarato di voler «fare tutto il possibile» affinché venga istituito un «bollino», un «marchio di qualità» professionale per distinguere i social network e i siti di informazione «degni di fiducia» dagli altri, con l’obiettivo – almeno sulla carta – di «combattere la disinformazione».
Una certa tentazione a controllare “politicamente” l’informazione non manca in Europa. Oggi c’è per esempio il caso della piattaforma social Twitter/ X acquisita da Elon Musk tre anni fa, pesantemente multata perché avrebbe violato il Digital Services Act in almeno tre aspetti. C’è la questione della spunta blu cioè della certificazione che chi scrive è veramente quella persona. Per le autorità europee i criteri di certificazione di X sono troppo arbitrari. La seconda contestazione è sulla mancanza di trasparenza dell’archivio pubblicitario. La terza riguarda invece la mancata fornitura di accesso ai dati pubblici per i ricercatori. È la prima multa comminata aun social network americano, la prima in assoluto in applicazione della legge sui servizi digitali. E non mancano di sollevare preoccupazioni le reazioni dei difensori della “multa europea” che, in lungo e largo parlano di prima reazione europea al “far west” social voluto dalle Big Tech, in particolare da Musk.
Corrado Augias, l'ultimo flop: a "Più libri più liberi" 105mila visitatori
Il boicottaggio rosso, alla fine, è fallito. Dopo settimane di appelli, arringhe, serrate, libri coperti per prot...In un altro contesto preoccupano anche le parole di Jolanta Hajdasz, presidente dell’Associazione dei Giornalisti Polacchi che parla di un’aggressione ai media pubblici in Polonia avvenuta una settimana dopo l’insediamento del governo, brutale e con la partecipazione degli agenti di sicurezza ingaggiati dal governo. Nessuno nei media pubblici – dice la Hajdasz, come si scrive in La nuova bussola quotidiana - era preparato a un’azione del genere e la polizia è rimasta passiva e non ha risposto alle chiamate dei dipendenti della Televisione Polacca, della Radio Polacca e dell’Agenzia di Stampa Polacca. Rimediare in questo modo a certi sistemi di controllo dei media da parte del PiS (partito conservatore radicale del Diritto e della Giustizia) che per diversi anni ha espresso il primo ministro polacco, non mi pare una scelta felice.
E d’altra parte sconforta che la Casa Bianca lanci una sorta di sistema di recensione dei media cattivi (aggiornato di routine, per assicurare che nessuna bufala, nessuna fan fiction “di fonte anonima” e “nessuna diffamazione di parte venga archiviata"), denominato “The Hall of Fame” (una sorta di “Sala della Fama” che ricorda per assonanza “The Walk of Shame” del serial tv “il Trono di spade” ) una scelta che pare, non senza qualche ragione, intrapresa per intimidire l’informazione non allineata.
Da un’Italia dove il governo si preoccupa che sia avvilita, per di più da una proprietà non italiana, la professionalità dei giornalisti della Repubblica, pur quotidiano tra i più critici di Palazzo Chigi, forse possiamo auspicare che tutte le questioni in materia d’informazione siano trattate con la necessaria circospezione, e operando con il massimo di convergenza e spirito bipartisan possibili. Avendo come punto di riferimento essenziale la frase di Gesù nel Vangelo di Matteo: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro».




