Lei crede che un nuovo regime sociale possa prefiggersi non solo un’opera di liberazione economica, ma anche la creazione di un tipo superiore di umanità, di un uomo nuovo? Due ipotesi: o le diverse parti del mondo che siamo ancora abituati a considerare come separate sono già parti di un insieme; o sono ancora autonome.
Nel secondo caso, possiamo affermare che c’è già un uomo nuovo in Russia e un altro uomo nuovo, in Italia, e un altro in Germania. Nel primo caso - quello da me scelto possiamo dire che c’è già un uomo nuovo che sta prendendo forma su tutto il pianeta. Allora potremo individuare i lineamenti di questo uomo nuovo anche in quei Paesi della periferia europea che sembrano in ritardo rispetto al grande movimento che sta attraversando l’Europa centrale e la Russia e che ora sta raggiungendo gli Stati Uniti. Ma allora, in questo primo caso, saremo portati a considerare che questo uomo nuovo è un composto eterogeneo.
Ursula Von der Leyen come Epaminonda: la brutta fine di chi non sa cambiare
Cosa accomuna Ursula von der Leyen e Epaminonda? Tra gli appassionati di storia vanno di moda i paradossi temporali. &Eg...È VERAMENTE NUOVO?
Questo composto contiene elementi vecchi e nuovi, reazionari e rivoluzionari. In fin dei conti, è lecito chiedersi se questo cosiddetto uomo nuovo sia profondamente nuovo. Questo uomo nuovo può rappresentare, agli occhi di uomini capaci di confrontare le pieghe della storia, una vera innovazione o un semplice ripiego? Nel triangolo Mosca-Roma-Berlino abbiamo il diritto di vedere un punto di partenza, come Pubblichiamo, per gentile concessione dell’editore, un brano di Pierre Drieu La Rochelle, inedito in italiano, tratto dal volume Frammenti di un pensiero in metamorfosi. Testi, lettere e artidallo scrittore francese dopo la fine della Grande Guerra, e a ridosso del secondo conflitto mondiale, nelle quali emergono sogni e disincanti di un’Europa confusa e percorsa da guerre e dittature.
In particolare, questo brano appare di singolare attualità in un momento come quello attuale, in cui un’Europa decadente sembra sempre più stretta nella tenaglia di Russia e America.
coli inediti (1923-1945), edito da Altaforte Edizioni (pp. 156, euro 15) proveniente dagli scritti dell’autore transalpino pubblicati su L’Homme Nouveau, rivista fondata nel 1934. Come già si evince dal titolo si tratta di riflessioni elaborate l’uomo cristiano europeo del Medioevo, o solo una rielaborazione, come l’uomo mediterraneo di tipo più o meno stoico, che si è formato dopo le conquiste romane da un miscuglio di apporti differenti e che ha retto il confronto dal primo al quinto secolo?
La mia risposta si può intuire dal modo in cui ho posto la domanda. Credo che non ci sia più distanza tra la vecchia Europa, da un lato, e Mosca e New York, dall’altro. Di conseguenza, si è persa quell’autonomia che sarebbe stata essenziale per la nascita di una civiltà lontana dalla senilità dell’Europa. I fermenti giovanili che sono certi in Russia, probabili negli Stati Uniti, non possono svilupparsi indipendentemente, esclusivamente; essi non possono che entrare in composizione con gli elementi di putrefazione provenienti dall’Europa. È così che vediamo il circuito di influenze in cui si è composto e ingarbugliato «l’uomo nuovo» tra le varie capitali mitiche del mondo.
Mosca ha sempre ricevuto, come tutte le barbarie, degli influssi corruttori, prima da Bisanzio, poi dall’Europa. Oggi, attraverso il marxismo, ha ricevuto di nuovo, in forma sorprendente e insidiosa, la concezione cesariana che le era già arrivata dieci secoli prima sotto il sigillo di Bisanzio. Essa l’ha restituita incontinente all’Europa. In effetti, Roma ha preso il suo modello di rivoluzione autoritaria sia dal nietzschianesimo sia dal marxismo, entrambi prodotti di un’Europa già decadente, entrambe dottrine pessimistiche rinuncianti ad appellarsi a un popolo di uomini liberi e arresesi o all’inevitabilità della storia o all’inevitabilità dell’uomo eccezionale. Mosca aveva già combinato questi due elementi in Lenin e poi in Stalin. Roma ha enfatizzato l’elemento dell’uomo eccezionale. Berlino, imitando Mosca e Roma, non fa altro che rivendicare la sua proprietà. Non c’è un «uomo nuovo», c’è in tutto il mondo un uomo decadente che si sta restaurando come meglio può.




