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Il manifesto di Giannino:"Ecco come farò guerra alle tasse"

Giulio Bucchi
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"Meno tasse, meno stato". Uno slogan, un grido di battaglia che l'economista Oscar Giannino urla da tempo, alla radio come ai suoi comizi. Questa è la ricetta che, a suo parere, deve essere seguita, perché come spiega su un articolo pubblicato su Tempi in edicola oggi, giovedì 19 luglio, This is the end, Questa è la fine, un modo per affermare, parafrasando i Doors, che l'Italia sta per esplodere, schiacciata da debito, tasse  e spread. This is the end, Giannino lo ripete ogni giorno aprendo il programma su Radio 24. "Ora che si è chiarito che anche il salva-spread per l'Italia non c'è - scrive Giannino su Tempi - e ragionevolmente nel breve non ci sarà, mentre la Corte costituzionale tedesca si prende fino a settembre per esaminare se l'Esm in quanto tale non violi la Grundgesetz accollando al contribuente tedesco oneri non esplicitamente autorizzati ex ante, è sempre più evidente che si avvicina l'ombra dei men in black del Fondo monetario internazionale. L'ipotesi esiste davvero...". Ossia l'Italia sta per essere commissariata. E Giannino si oppone e rilancia.  Manifesto tagliatasse - "Per affrontare questa minaccia incombente, con tanti altri non politici che condividono la ricetta, abbiamo deciso di pubblicare tra poco un manifesto, che rinvia a un sito e un programma più articolato - rivela Giannino, di fatto gettando la maschera alla sua creatura politica -. Siamo infatti convinti che nell'offerta politica attuale non ci sia niente di adeguato alla portata di questa minaccia, al nuovo patto con gli italiani che serve per affrontarlo". L'economista dice di non sentirsi "un salvatore della patria", ma avverte sui rischi che corre il Belpaese: "Arrivo personalmente a dire che, insieme ad altri, penso che se dovessimo finire sotto il tallone di un'ulteriore repressione fiscale, per colpa della vecchia politica, vincolo costituzionale o meno chiederei un referendum perché fossero gli italiani a scegliere se assoggettarsi a una tenaglia fiscale amazzafuturo, o se invece scegliere la strada autonoma del tagliadebito e del tagliaspese". Il concetto è chiaro: sia che si tratti di una lista, di un movimento o di un referendum, il cavallo di battaglia di Giannino è "meno tasse, meno tasse, meno tasse". Verso il commissariamento - Il gironalista, nell'articolo, mette in guardia dall'incubo fiscale che potrebbe portare con sè il commissariamento dell'Italia, paese lanciato verso la bancarotta come la Spagna: una bella patrimoniale per una persona su due. Nell'articolo si  sottolinea il peso della spada di Damocle del debuto pubblico, giunto alla cifra record di 1.966,303 miliardi di euro. Un abisso che non accenna a diminuire, anzi. L'incredibile "pressione fiscale record scambiata per rigore da centrodestra e tecnici", ironizza Giannino, non può porre rimedio a decenni di sprechi e dissennatezze. Lo sa l'Unione europea, lo sanno la Germania e Angela Merkel, lo sa il Fondo monetario internazionale. E con lo spread galoppante verso i 500 punti, le contromosse sono già pronte. Come detto, vogliono commissariare l'Italia, per farle mandar giù la medicina amarissima che da sola non riuscirebbe nemmeno a versare nel cucchiaio. Tassa sul mattone - Il piano di "salvataggio", scrive il giornalista ed opinionista di Radio24, lo ha studiato l'istituto economico tedesco Diw e a confronto le manovre di Monti sembrano carezze al pancino degli italiani. Qui si parla di ceffoni sonori dritti in faccia. "All'Italia - inizia Giannino - verrebbe destinato un fondo straordinario di redenzione del debito, al quale asservire ogni anno per un decennio di punti di Pil di gettito fiscale tra interessi dovuti sui vecchi titoli e riduzione del loro stock". Non basta: servirà una patrimoniale sui privati, un "prestito forzoso". Secondo il Diw, sarebbe a carico di tutti gli italiani dotati di patrimonio superiore ai 230 o 250mila euro. I ricchi? No, perché nella stima sono comprese le proprietà immobiliari a valore di mercato. Cioè più del 50% degli italiani.   

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