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Tasse "buone" e tasse "cattive"La scommessa persa di Monti

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Volano le entrate da Imu, carburanti e lotterie, giù invece quelle da Iva e Irpef, segno che consumi e redditi sono a picco

Matteo Legnani
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Ci sono tasse e tasse. Definirne alcune "buone" troverebbe un consenso assai limitato, ma l'aumento del gettito di alcune, almeno da un punto di vista economico, è un segnale sicuramente positivo. E' il caso di Iva e Irpef (che oggi si chiama Ire): l'aumento del gettito della prima è infatti il segnale di un aumento dei consumi (positivo, anche perchè è di stimolo alla produzione di beni); il segno più della seconda è invece conseguenza di un aumento dei redditi (che non è difficile considerare positivamente). Ebbene, su entrambi i fronti, il governo Monti ha fin qui perso. Sull'Iva, addirittura, ha fatto peggio di prima, perchè col passaggio dell'aliquota dal 20 al 21% la contrazione dei consumi è stata tale da provocare un riduzione delle entrate dello Stato nei primi sei mesi del 2012 dell'1,4%, pari a 705 milioni di sonanti euro (altro che nuove entrate per 3,2 miliardi previste per il 2012). Anche sull'Ire Monti ha fin qui perso la scommessa, perchè l'aumento del gettito derivante dai prelievi sul reddito dei dipendenti pubblici e privati è inferiore al punto percentuale, a causa del ridursi dei redditi superiori ai 90mila euro l'anno. E quello derivante dai prelievi dai lavoratori autonomi è addirittura in calo del 3,8%.  Poi ci sono le entrate derivanti dalle tasse cosiddette "cattive", sulle quali Monti ha invece ottenuto entrate enormi: in primis dall'aumento delle accise sui carburanti (cattive perchè l'aumento della benzina e del gasolio si riflette, a catena, sul costo delle merci che grazie a quei carburanti vengono trasportate da un punto all'altro del Paese): ebbene, dal pieno degli italiani, lo stato ha incassato nei primi sei mesi del 2012 10,9 miliardi di euro, cioè il 24,2% in più rispetto al primo semestre dello scorso anno. E dire che le vendite di carburanti in Italia sono calate dall'inizio dell'anno di circa il 10%. "Cattiva" è pure l'Imu, l'imposta sulla prima casa che va a colpire il classico e storico bene rifugio degli italiani e dal quale lo stato ha fin qui raccolto 3,9 miliardi di euro. E che dire delle tasse sul gioco (lotterie, gratta e vinci, lotto ai quali si rivolge soprattutto chi è in difficoltà economiche): lo Stato ci ha tirato fuori la bellezza di 6,6 miliardi di euro.

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