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Ricetta Pd del dopo-Monti:una bella patrimoniale

Matteo Legnani
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I punti sono dieci. Un decalogo. Quello che il Partito democratico, con il suo responsabile economico Stefano Fassina, sta mettendo a punto per il dopo-Monti. Quella che dovrebbe essere (se il rinato Pci del duo Bersani-Vendola vincerà le elezioni 2013) l'agenda economica del paese. Spulciando quell'agenda, che oggi Fassina ha illustrato a Il Foglio, è uno il punto che tocca le tasche degli italiani già molto alleggerite dal tornado-Monti. Una bella patrimoniale. Fassina la definisce "ordinaria e progressiva", non una tantum. Servirebbe, spiega, "a ridurre il carico fiscale sull'impresa e sul lavoro, ovvero Irpef, Ires e Irap". Perchè, dice, "noi non vogliamo apparire come il partito delle tasse". E certo, e chi ci tiene? Poi, svela la soglia a partire dalla qualle interverrebbe la patrimoniale: 1,2 milioni. Ma non di reddito. Trattandosi di "patrimoniale", appunto, si parla di patrimonio di 1,2 milioni. Tradotto in soldoni: un appartamento di 150 metri quadrati nel centro di Milano. 

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