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Mancano operai, impiegati

in catena di montaggio

Albina Perri
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In America gli ex manager della finanza stanno seguendo un corso per diventare prof. Meglio in cattedra che sdraiati in salotto a guardare la tv. In Italia invece agli impiegati di una fabbrica è stato chiesto di scendere in catena di montaggio: mancano operai, e piuttosto che assumere gente nuova, megio ridistribuire il personale. Accade a Oderzo, nel Trevigiano, alla Plastal spa, azienda leader nella produzione di componenti .8>per il settore automobilistico. Gli ordini stanno aumentando, ma gli operai sono calati perché a dicembre la situazione sembrava proprio brutta, e sono stati licenziati. I colletti bianchi invece stanno facendo a turno la cassa integrazione. L'azienda chiede, non obbiga: la nuova occupazione in catena di montaggio è su base volontaria. Ma già in tanti -dice il Gazzettino- hanno accettato:  “Alcuni impiegati, anche di alto livello (ci risulta che fra loro vi sia anche un quadro) hanno risposto di sì”, dicono dalla rappresentanza sindacale dell'azienda.  A fine mese chi ha accettato percepirà uno stipendio in base all' inquadramento da impiegato– non dunque da operaio – che anziché essere decurtato per via della cassa integrazione, potrebbe essere addirittura maggiorato se il turno di lavoro è notturno.

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