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L'Imu ci distrugge la casa: crollo compravendite, aliquote alle stelle

Giulio Bucchi
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Forse esagera, Repubblica, a titolare in prima pagina "Senza casa", spiegando come il "bene rifugio" per eccellenza degli italiani, il mattone, sia tramontato. Di certo, però, c'è che il mercato immobiliare ha segnato nel 2012 un devastante -25% nelle compravendite frutto dei disastri della pressione fiscale del governo tecnico. Tra Imu e Tarsi, piovono tasse e a risentirne sono soprattutto i proprietari. Famiglie tartassate - Se si parla di numeri (che poi diventano oltre che problemi pratici, anche stati d'animo) d'altronde fa impressione sapere che la famigerata Imu dovrebbe portare nelle casse di Stato e Comuni 23,4 miliardi di euro. Il calcolo del Coordinamento Unitario dei Proprietari Immobiliari (Arpe Federproprietà - Confappi - Uppi) evidenzia come l'Italia sia prima in classifica in Europa per la tassazione degli immobili. Secondo le stime più recenti gli introiti complessivi provenienti dall'Imu ammonterebbero a 23 miliardi di euro, ovvero 5 miliardi in più dei 18 previsti dal ministero dell'Economia. L'Eurispes poi incalza, riportando come ciascuna famiglia italiana proprietaria di almeno un immobile dovrà versare, nel 2012, in media 1.216 euro di tasse di proprietà nelle casse del fisco, a fronte dei 437 del 2011, con un aggravio di costi pari a 780 euro. Ad appesantire il carico fiscale, oltre alle aliquote base predisposte per il pagamento della prima rata Imu, pari al 4% per la prima casa e al 7,6% per la seconda casa, vi sono le maggiorazioni disposte dai comuni sull'aliquota per la seconda rata. Dalle stime prodotte emerge, infatti, che l'aliquota media del 2012 sull'abitazione principale è aumentata al 4,36%, mentre è stata incrementata in misura più pesante la tassazione sulla seconda casa (9,10%), per un costo medio familiare pari rispettivamente a +148 e +201 euro rispetto alla prima rata (giugno 2012). La denuncia leghista - Lo Stato dunque, a fine saldo, incasserà con l'Imu circa 3 miliardi di euro in più rispetto a quanto preventivato dal Salva-Italia un anno fa. "Se ci dovessero essere maggiori entrate, potrebbe essere salutare per i nostri conti", esulta il ministro dell'Economia Vittorio Grilli. E con lui probabilmente esulta anche Mario Monti che grazie a questi numeri ha acquisito credito illimitato in Europa. Il premier si è sempre vantato della posizione virtuosa dell'Italia, in prima fila negli aiuti ai paesi in crisi e nei contributi ai fondi salva-Stati. Poco importa se quei soldi vengono dalla pressione fiscale record anche grazie all'Imu. Anzi, proprio grazie all'Imu, accusa a Porta a Porta il senatore leghista Massimo Garavaglia, vicepresidente in Commissione Bilancio, il governo ha trovato i soldi necessari: "Il buon Monti ha deciso di anticipare la seconda rata del Fondo Salva Stati, che l'Italia avrebbe dovuto pagare l'anno prossimo, a quest'anno - ha spiegato Garavaglia - in questo modo si è trovata a dover sborsare 2,7 miliardi in più, cifra che ha potuto coprire grazie ai 3 miliardi incassati grazie all'Imu sulla prima casa". Il problema, sottolinea il leghista, sono i 46 milioni di euro sborsati dall'Italia per il Fondo Salva Stati. "E' possibile che il governo può versare 46 miliardi di euro agli altri Stati dell'Ue - chiede polemicamente Garavaglia - e non riesce a prestarli alle nostre imprese?". 

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