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Eni, Enel, Terna, Finmeccanica: quanto guadagnano i nuovi manager e le buonuscite dei dirigenti in uscita

Giulio Bucchi
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Nel giro di poltrone di Finmeccanica, Enel, Eni e Poste italiane, chi entra guadagna meno e chi esce intasca di più. E' il risvolto delle nomine renziane: in ossequio alla best practice (così l'ha definita il premier Matteo Renzi) del tetto agli stipendi, i nuovi top manager delle aziende partecipate guadagneranno 238mila euro lordi l'anno, contro gli 1,6 milioni dell'ex presidente Endi Giuseppe Recchi e gli 1,1 dell'ex Enel Paolo Colombo. E anche Gianni De Gennaro, confermato presidente di Finmeccanica, si ridurrà lo stipendio. A sorridere però sono i manager in uscita, che godranno di bonus milionari in virtù della lunga permanenza al vertice delle partecipate, i buoni risultati ottenuti e un piccolo trucchetto. Il tesoretto dei dirigenti - E' stato l'Espresso a fare i conti in tasca ai super dirigenti sostituiti (o in via di sostituzione). Paolo Scaroni, stimatissimo amministratore delegato di Eni per tre mandati (rinnovati sia da Prodi sia da Berlusconi), percepirà 2,2 milioni di euro per la clausola di non concorrenza (la non compete agreement, di fatto Scaroni si impegna a non lavorare per i prossimi 2 anni per una concorrente di Eni) e 2,1 milioni per i risultati dell'ultimo triennio. Cui si aggiungono 800mila euro di trattamento di fine rapporto e contributi previdenziali e i 29 milioni di euro guadagnati tra 2005 e 2012. In più, ecco l'escamotage comune a molti top manager, l'ad Scaroni era stato nominato anche direttore generale, carica legata al contratto nazionale dei dirigenti che garantisce una buonuscita in caso di licenziamento (che può essere immediato): nel caso dell'ex ad Eni si parla di altri 3,2 milioni di euro per la risoluzione. Conti e Cattaneo - Lo stesso meccanismo accomuna Fulvio Conti, in uscita da Enel: all'ex Ad e direttore generale andranno 2,8 milioni di buonuscita e 3,5 milioni per la clausola di non concorrenza, con uno stipendio e bonus vari che gli hanno garantito in tre mandati 25 milioni complessivi. Non è ancora andato via, ma anche Flavio Cattaneo è un uscita da Terna. Il tesoretto dell'ad e direttore generale ammonta a 2,4 milioni di buonuscita e 11 milioni di euro di stipendio accumulati dal 2005 ad oggi, anche grazie a uno stipendio cresciuto grazie alla quotazione in Borsa e relativa capitalizzazione dagli iniziali 250mila euro agli attuali 2,4 milioni annui.

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