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Eni: Pagano (Ncd) crisi Gela non si risolve con bioraffinazione

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Roma, 19 lug. - (Adnkronos) - "La soluzione alla crisi della raffinazione a Gela e di tutto il sistema raffinazione Eni non puo' coincidere con la bio raffinazione". Lo afferma in una nota il deputato del Nuovo Centrodestra, Alessandro Pagano che spiega come "convertire lo stabilimento Eni di Gela in bio raffineria significherebbe da un lato dimezzare i dipendenti e l'indotto, dall'altro creare tutti i presupposti perche' questa raffineria non giochi piu' in squadra con le altre raffinerie Eni, indebolendole ulteriormente". "I tecnici - aggiunge - confermano che a Sannazzaro l'impianto EST sta funzionando bene e che potrebbe essere la soluzione ottimale. La seconda bio raffineria potrebbe essere realizzata a Livorno, anch'essa condannata a chiusura, continuando cosi' a lavorare". "Appare quanto mai indispensabile oggi - sottolinea - fare quadrato su questi grandi progetti di innovazione per rilanciare la raffinazione e dare al nostro Paese un ruolo di leader a livello mondiale. Attualmente Eni investe in quattro anni 40 miliardi di euro ed uno solo nella raffinazione. E i risultati, pessimi, di questa strategia industriale sono sotto gli occhi di tutti. Occorre chiedersi cosa accadrebbe se ne investisse due. A questo punto, e' del tutto ragionevole pensare che l'opposizione alla raffinazione sia di ordine ideologico e dovuto ad un management incapace e senza visione industriale". "Dobbiamo dunque intervenire per evitare che la concorrenza si appropri del nostro know how e ci preceda. In altre parole, serve un grande gioco di squadra a livello politico e sindacale che il nostro 'azionista di maggioranza' dovra' mettere in atto se non vorra' deindustrializzare il Paese condannandolo all'esclusione da questo importante patrimonio tecnologico", conclude Pagano.

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