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Iva, non pagarla non è più reato

Andrea Tempestini
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Grandissima novità in arrivo per i contribuenti. Ai primi di settembre nei decreti delegati che affronteranno la riforma delle sanzioni tributarie e del principio di abuso di diritto verrà depenalizzato l'omesso versamento dell'Iva se inserito nella dichiarazione dei redditi. Senza alcuna soglia limite. Il governo metterà mano al famigerato articolo Ter del decreto del 2000 sull'omesso versamento dell'Iva che al momento prevede, sopra i 50mila euro lo scatto automatico dell'inchiesta penale. Con il risultato di aver ingolfato negli ultimi anni (fino al 2009 la soglia era 103mila euro) i tribunali e aver avviato migliaia di procedimenti molto spesso risolti con decreti penali. La svolta razionale rimette nell'alveo della correttezza e della logica una anomalia vera e propria. Basti pensare che, a parità di situazione e anche per importi superiori, l'omesso versamento dell'Iperf porta a una sanzione dell'Agenzia delle Entrate e di fatto a una multa del 30%. Al contrario nel caso dell'Iva, il contribuente nonostante ammettesse di fronte allo Stato l'incapacità di pagare e non cercasse di occultare o dichiarare il falso finiva ugualmente a processo. Molto spesso senza la possibilità di difendersi. Nei casi in cui i cittadini hanno avuto la forza e la resistenza per opporsi hanno portato a casa sentenze a loro favore. I giudici hanno assolto in molti casi gli imputati. Non solo perché il mancato versamento dell'Iva era legato alla crisi economica e alla scelta di utilizzare la scarsa liquidità per pagare gli stipendi, ma anche perché il fatto stesso di inserire l'omissione nel 730 faceva venir meno il dolo e dunque il reato in sé. A fare notizia sono state le sentenze di assoluzione. Un imprenditore lombardo ha dimostarto la necessità di rimandare il pagamento dell'Iva pena la chiusura dell'azienda. Ad Assago un fornitore di protesi mediche è creditore della locale Asl di 1,8 milioni di euro. Non versa 180mila euro di Iva e viene assolto. Il giudice non solo non ravvede il dolo, ma sottolinea anche che la colpa dello Stato è doppia avendo sottoscritto le norme Ue che prevedono il pagamento delle fatture a 30 giorni. Purtroppo a fare meno notizia sono state le migliaia di decreti penali. Le condanne emesse in base al rito speciale che vuole deflazione i carichi giudiziari delle procure e che permette ai pm di saltare a piè pari le udienze preliminari. Ciò ha portato molti imprenditori a subire l'onta di uan condanna penale e di averne compreso la gravità solo a posteriori. Per fortuna. Il decreto di abrogazione di settembre, che verosimilmente andrà in gazzetta a ottobre, avrà un impatto immediato sui tribunali. La legge impone ai giudici di adottare le leggi più favorevoli al reo anche se successive alla data di avvio del procedimento penale. E si spera che l'applicazione del principio del favor rei riesca a fare archiviare migliaia di processi e riportare i contenziosi esclusivamente di fronte ai giudici tributari. Due anni fa fu Enrico Zanetti (Scelta Civica) a mettere sul tavolo della commissione che presiedeva la riforma del “10 Ter”, una volta nominato sottosegretario ha portato la battaglia dentro il governo. Resta da capire come i tecnici e il ministero a settembre metteranno mano all'altra ghigliottina che ha generato per via della sua ambivalenza centinaia di processi penali. Dopo l'estate scatterà la riforma dell'abuso di diritto, fattispecie che ad oggi ha portato a processo vip come Kakà, Raoul Bova, Massimo Ranieri e Vanessa Incontrada. di Claudio Antonelli

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